domenica 27 giugno 2010

Germania-Inghilterra 4-1: Klose (G) al 20, Podolski (G) al 32', Upson (I) al 37' p.t.; Mueller (G) al 22' e al 25' s.t.


GERMANIA (4-2-3-1): Neuer; Lahm, Mertesacker, Friedrich, Boaeting; Schweinsteiger (dal 38' s.t. Kiessling), Khedira; Mueller (dal 27' s.t. Trochowski), Oezil, Podolski; Klose (dal 27' s.t. Gomez). (Wiese, Butt, Jansen, Aogo, Tasci, Badstuber, Kroos, Marin, Cacau). All: Low.

INGHILTERRA (4-4-2): James; G.Johnson (dal 42' s.t. Wright-Phillips), Terry, Upson, A.Cole; Milner, Lampard, Barry, Gerrard; Defoe (dal 26' s.t. Heskey), Rooney. (Green, Hart, Dawson, Lennon, J.Cole, Warnock, Carragher, King, Carrick, Crouch). All: Capello.

ARBITRO: Larronda (Uruguay)

NOTE - Spettatori 40.510. Ammoniti Johnson e Friedrich per gioco scorretto. Angoli 4-6. Recuperi p.t. 1'; s.t 2'.

Auf Wiedersehen, Inghilterra. La spumeggiante Germania di Löw impartisce una lezione di calcio ai sudditi di Elisabetta II, candidandosi prepotentemente ad un posto nella finale di Johannesburg.
L'andamento dell'incontro è chiaro sin dalle prime battute, sufficienti all'Inghilterra per palesare le proprie lacune: Gerrard e Milner, accentrandosi, vanno a creare un'eccessiva densità in zona centrale finendo con l'otturare gli spazi. I terzini, Johnson ed Ashley Cole, non riescono a proporsi con la costanza «slovena» perché tenuti bassi da Müller e Podolski: il gioco ristagna, privo di sbocchi esterni. La Germania, che difende con ordine, attende di recuperare il pallone (alto, possibilmente) per dedicarsi al gioco che più le piace, quello basato sul fitto fraseggio volto ad aprire varchi per l'imbucata centrale dell'attaccante di turno. Accortezza del giorno, quella di agire prevalentemente sul centrodestra per sfruttare la lentezza di Upson e la scarsa propensione difensiva di Ashley Cole: da lì partono i tagli di Klose (l'1-0 ne è la dimostrazione) ed è proprio in quella zona che agisce - e si inserisce - Özil nel primo tempo.
Gli inglesi, che soffrono la dinamicità degli avversari, evidenziano l'assenza di un «cervello»: l'incursore Lampard ed il mediano Barry non garantiscono la quantità di fosforso necessaria alla fluidità della manovra che, come detto poc'anzi, ristagna in zona centrale e trova nei cambi di gioco di Gerrard le uniche, flebili variazioni ad un copione tremendamente monotono. Rooney ci prova andandosi a prendere il pallone a quaranta metri dalla porta, ma non è in questa maniera che ha segnato 34 gol nell'ultima stagione; con il passare dei minuti, complice la disperazione, piovono illogici lanci lunghi: cosa possono Defoe e Rooney contro due marcantoni come Friedrich e Mertesacker?
Ma l'attacco non è certo il più grande cruccio di Capello, perché i guai veri li passa James (pessimo in occasione del 3-1) a causa di una carente fase difensiva. Maglie troppo larghe, eccessiva distanza tra i reparti - follia pura, quando affronti una squadra che schiera tre uomini sulla trequarti - ed una preoccupante staticità consente a Schweinsteiger di pensare calcio (sia lode a van Gaal, maestro di calcio) mentre Müller, Özil e Podolski sfruttano a meraviglia i movimenti di Klose, perfetto nell'attirare Upson sull'esterno in occasione del 2-0. Veder giocare la Germania, questa Germania che mangia kebab e balla il samba, è una gioia per gli occhi: fraseggio stretto con palla rigorosamente a pelo d'erba, ottima qualità tecnica e rapidità d'esecuzione magistralmente fusi in una manovra offensiva che include almeno quattro uomini, con Khedira sempre pronto ad inserirsi.
La bella favola tedesca rischia però d'interrompersi sul finire del primo tempo, quando un doppio errore difensivo (Neuer esce a vuoto, Friedrich sceglie l'uomo sbagliato) consente ad Upson di riaprire la partita. Complice la verde età ed un'inesperienza latente, la Germania sbanda quel tanto che basta a Frank Lampard per scagliare il bolide del pareggio che oltrepassa nettamente la linea ma non viene convalidato: Geoff Hurst al contrario.
Il primo quarto d'ora di ripresa scivola via placidamente, con l'Inghilterra protesa in avanti alla ricerca del pari e la Germania che approfitta della scarsità di idee degli avversari per attirarli nella trappola del contropiede. Müller è lo spietato esecutore, i mandanti si chiamano Schweinsteiger - ripeto: grazie van Gaal - ed Özil.
Considerazioni finali: un'ala vera come Walcott, capace di andare sul fondo e dotato di gran passo, non avrebbe fatto comodo a questa piattissima Inghilterra? Lo stesso dicasi per un regista puro come Carrick: più facile trovare una cascata nel deserto che un'idea in questo centrocampo.

ANTONIO GIUSTO

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Un Mondiale 2010 nato malissimo per l’Inghilterra si chiude in modo ancora peggiore: dominati e sopraffatti in tutto e per tutto dalla Germania, i Three Lions non solo escono (come tutto sommato era anche preventivabile) al cospetto di una grandissima Nazionale, ma escono con le ossa del tutto rotte, maciullate da un’inferiorità netta e totale sul piano tecnico, tattico e di mentalità che probabilmente non s’è mai vista nella storia di questa grande rivalità tra le due Nazionali.

Non è un’eliminazione normale, è un tracollo vero e proprio in un Mondiale che doveva essere quello del rilancio in grande stile dopo il fallimento delle qualificazioni per Euro 2008, in un Mondiale che doveva vedere l’Inghilterra competitiva fino all’ultimo, che doveva essere vinto: per questo era stato ingaggiato un ct con la fama da vincente come Fabio Capello, per questo si era investito tantissimo su di lui e sul suo stipendio. Dopo i fuorvianti risultati del girone di qualificazione, la figuraccia fatta alla fase finale dei Mondiali rende del tutto fallimentare questo investimento della Federazione, perché i Three Lions hanno giocato un girone pessimo con due prestazioni mediocri e una terza appena discreta per poi crollare al primo vero ostacolo, un po’ come successo quattro anni fa con Sven Goran Eriksson in panchina con la differenza che lo svedese non era stato accolto con questo alone di “santone” del calcio, con la differenza che allora il girone fu vinto, fu evitato un ottavo difficile e la squadra si fermò ai quarti di finale in un match giocato per gran parte in inferiorità numerica (l’espulsione di Rooney) e ai calci di rigore contro il Portogallo: qui contro la Germania non è arrivata un’eliminazione, è arrivata una lezione di calcio.

Il momento più discusso e chiacchierato della partita è figlio di una grande controversia, una specie di clamoroso revival di quanto successo nella (più volte ricordata nella vigilia) finale del Mondiale ’66, quando a regalare a quella grandissima Inghilterra il successo fu un gol fantasma: al 101’ dei tempi supplementari la conclusione scagliata da Geoff Hurst andò a sbattere sulla base interna della traversa e rimbalzò un pizzico sulla linea di porta, ma questa carambola ingannò il guardalinee azerbaigiano Tofik Bakhramov che convinse in qualche modo lo svizzero Gottfried Dienst (i due non parlavano la stessa lingua) ad assegnare il gol. Poi al 120’ minuto lo stesso Geoff Hurst sentenziò il match con l’hat-trick e il definitivo 4-2, ma chiaramente allora la Germania era del tutto scoperta alla ricerca di un nuovo pareggio in extremis (già il gol del 2-2 del difensore centrale Wolfgang Weber era arrivato con il match agli sgoccioli) e chiaramente quella rete del 3-2 è da considerare quella che di fatto decise quel Mondiale. A 44 anni di distanza il destino ha voluto giocare sopra questo avvenimento storico e ribaltare tutto: appena riaperta la partita, l’Inghilterra s’è lanciata subito in avanti con la conclusione di Lampard che sbatte sulla traversa interna e poi rimbalza un metro buono oltre la linea di porta, ma in maniera incredibile né il guardalinee Mauricio Espinosa né l’arbitro Jorge Larrionda hanno visto un episodio davvero netto, risultando probabilmente gli unici in tutto lo stadio a non essersene accorti. Risiedono tutte qui le recriminazioni dell’Inghilterra, perché questo sarebbe stato il gol del 2-2 e avrebbe rimesso in corsa la squadra inglese, ma in realtà sono recriminazioni nate da un evento davvero assurdo e clamoroso ma che allo stesso tempo sono poco più che disperate: lo sa capitan Gerrard, lo sa la squadra, lo sa parte dei media (la BBC su tutti) che non è stato questo episodio importante la reale causa del disastro visto da parte dell’Inghilterra. E’ un episodio assurdo che crea e deve creare mille perplessità sul piano tecnico, ma in realtà non si può dare solo a questo le reali ragioni di un risultato netto e lampante: gli errori arbitrali assumono importanza devastante quando a vincere è la squadra che sul campo aveva dimostrato di meritare meno, oppure quando in campo c’è un grandissimo equilibrio. Ebbene, questo non era il caso di questa partita, perché prima e dopo quel gol fantasma la Germania si era dimostrata di un altro livello rispetto all’Inghilterra, si era dimostrata almeno due/tre gradini sopra: questo è quanto mostrato dalla partita, questo è quanto ammesso dai calciatori inglesi (anche sportivamente, come molto sportivi sono stati i calciatori tedeschi, che hanno ammesso senza giri di parole di esser stati molto fortunati, parlando anche di “evento decisivo” con signorilità) e non è un caso che l’unico dell’Inghilterra a recriminare solo su questo avvenimento sia un italiano (evidentemente è proprio nel dna), ovvero il ct Fabio Capello. Gol o non gol, il risultato di 4-1(+1) e il gioco visto in campo dimostra che ai quarti di finale avanza la squadra nettamente più forte, nettamente più in forma e nettamente più talentuosa: stop.

Nell’analisi ampia della partita però quest’episodio rappresenta una specie di specchietto per le allodole da proporre a chi guarda il calcio con occhi banali, proprio come l’erroraccio di Green lo era stato per il match contro gli Stati Uniti: la vera causa dell’eliminazione dell’Inghilterra è una certa inferiorità mostrata contro la Germania. Inferiorità dovuta anche al fatto che molto degli elemento della “Golden Generation” arrivano alle grandi competizioni sempre scoppiati e non riescono mai a riproporre in Nazionale le prestazioni che invece mostrano normalmente nei club: Lampard in questo match è stato forse il migliore dell’Inghilterra, ma in generale rispecchia perfettamente questo discorso, perché in Nazionale è sempre il fratello scarso del Lampard che ammiriamo settimana per settimana al Chelsea. Stessa cosa per il compagno di squadra John Terry, grande simbolo di questa sconfitta: il capitano dei Blues è stato un totale disastro, il primo ad affondare facendosi trovare sempre fuori posizione e sbagliando tutto, creando di fatto una cascata nella quale sono finiti poi tutti i compagni della difesa. Terry non arrivava da una grande stagione per prestazioni personali, ma mai lo si era visto così rintronato come nel primo tempo di questo match (non che nella ripresa le cose siano migliorate). Che dire poi di Wayne Rooney, la stella e il simbolo dell’Inghilterra: chiude il Mondiale senza avere mai convinto, con zero gol nel carniere e di fatto senza esser mai andato particolarmente vicino alla realizzazione, davvero irriconoscibile e fuori condizione (leggermente giustificato dai problemi fisici che gli hanno condizionato il finale di stagione: necessita più di tutti di una pausa). Questo senza dimenticarci di Steven Gerrard: aveva avuto una stagione tribolata con il Liverpool anche per i problemi fisici e si pensava che questo potesse preservarlo bene per i Mondiali, ma in realtà anche lui è apparso al 10% rispetto a quanto lo vediamo di volta in volta in Premier League.

Il refrain è allora il solito: “nel calcio inglese si gioca troppo e per questo i calciatori arrivano cotti al Mondiale”. Ok, ma perché in questi ottavi di finale abbiamo visto correre come dei matti senza un istante di pausa e mostrare una buonissima condizione gente come Carlos Tevez, Javier Mascherano, Park Ji-Sung, Kevin-Prince Boateng, John Mensah, John Pantsil o Clint Dempsey (senza dimenticare un Nadir Belhadj che ha giocato tre partite incredibili per corsa e mobilità)? Non giocano anche loro in Premier League? Il fatto che calciatori che militano nelle altre Nazionali riescono a correre e che invece quelli dell’Inghilterra appaiano tutti delle mammolette non deve essere ascritto alla Premier League e ai calendari fitti, quanto unicamente al tipo di preparazione che ogni volta viene svolto dalla Nazionale sul piano fisico: it’s a fact.

Nel calderone deve entrare assolutamente anche Fabio Capello, ingaggiato per vincere: arriva l’eliminazione agli ottavi di finale, in una sfida difficilissima ma che l’Inghilterra aveva trovato arrivando al secondo posto del girone. La squadra è arrivata ai Mondiali cotta giocando un calcio osceno, ma soprattutto difendendo in maniera squilibrata: Capello è stato preso per la sua qualità nell’impostare ottimamente la fase difensiva, ma in questo match si sono visti orrori incredibili e questo deve porre un grande punto interrogativo anche sul suo lavoro, comunque ampiamente fallimentare in questa fase finale dei Mondiali.

Non è stata però solo l’Inghilterra ad essere ampiamente inferiore, ma è stata la Germania ad essere decisamente superiore: l’ultimo Mondiale a cui la Mannschaft ha partecipato non arrivando tra le prime 8 risale addirittura al 1938, il che spiega perfettamente la forza e la continuità di una Nazionale capace sempre o quasi di arrivare fino in fondo, per una mentalità splendida e vincente, per una capacità di saper sempre valorizzare la propria forza. In passato però eravamo abituati ad una Germania che principalmente era tignosa e fisica, ma adesso osserviamo una squadra capace di rubare l’occhio anche in termini estetici, capace di regalare azioni spettacolari e brillantissime per livello tecnico: è una Nazionale del tutto diversa, che punta non solo sulla grandissima organizzazione ma anche sull’estro delizioso dei tanti giovani lanciati da Joachim Low. Questa Germania è lo specchio di un lavoro federale, che ha puntato moltissimo sul vivaio, crescendo così talenti davvero importanti e vincendo anche molto a livello giovanile, traendone fuori una Nazionale che non solo è temibile perché è molto dura da affrontare, ma che oltretutto adesso è anche molto bella da vedere e molto forte: in un match ampiamente dominato, la squadra di Low ha avuto qualche momento di difficoltà (dopo il gol del 2-1) mostrando forse la mancanza di un vero mediano di filtro, però è un collettivo piuttosto entusiasmante che ha superato un esame difficile (sulla carta) e a pienissimi voti, grazie al super-talento di Mesut Ozil, grazie al dinamismo di Bastian Schweinsteiger, grazie ai riflessi di Manuel Neuer (colpevole con Boateng del gol subito), grazie a due elementi che (al contrario degli inglesi) si trasformano in positivo con la maglia della Nazionale come Miroslav Klose e Lukas Podolski, come l’umile e sempre brillante Thomas Muller (probabilmente il migliore in campo per il grande lavoro svolto e per la doppietta che ha abbattuto definitivamente l’Inghilterra). Per quanto visto nel torneo e per quanto visto in questi 90 minuti non c’è dubbio: è davvero meglio per il torneo se ad andare avanti è questa Germania forte e divertente, un capolavoro di mentalità e qualità. Occhio perché questa Germania ha anche un serbatoio molto ampio e un’età media molto bassa: qui possono esserci le basi per far bene e per divertire in questo modo molto a lungo. Gary Lineker diceva: “Il calcio è uno sport che si gioca undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi”. Il fatto è che ora divertono pure.

SILVIO DI FEDE

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Qualsiasi allenatore con la rosa che ha portato Lippi in Sudafrica avrebbe fatto la stessa fine del viareggino. Gli ex campioni del mondo sono ormai bolliti da due anni buoni, quelli dell’età di mezzo non sono arrivati in forma (vedi Chiellini e De Rossi), i giovani erano troppo di primo pelo, senza nessuna esperienza internazionale, per giocarsi la partita decisiva a centro all’ora. Nazioni come Italia, Olanda, Uruguay, Spagna avranno sempre un contraccolpo del genere dopo un Mondiale vinto o una generazione intoccabile. Non abbiamo le possibilità di buttare fuori talenti a raffica di Argentina e Brasile e non abbiamo il coraggio, forse anche giustamente, di abbandonare una generazione vincente per fare una squadra del tutto nuova. Inoltre, per brasiliani e argentini, il grande passo per maturare calcisticamente è l’arrivo in Europa, più che la chiamata della Nazionale, mentre i nostri calciatori se non si trovano a giocare i match importanti in Coppa o con l’Italia restano dei pulcini. È accaduto già nel 1974 e nel 1986, i messicani e gli spagnoli hanno avuto un’altra chance e nei quattro anni di mezzo non si è potuto/voluto far crescere la generazione di mezzo, ripartendo con i giovanissimi e pescando due volte ottimi calciatori, subito messi davanti a situazioni di campo molto difficili. Quelli del 1978 hanno poi vinto nel 1982, quelli del ’90 sono arrivati in finale nel 1994. Così faremo ancora, ripartendo da un allenatore a cui sarà dato ampio margine di manovra proprio nell’investimento sui giovani calciatori e, con l’opinione pubblica così irata nei confronti della gerontocrazia invadente, Prandelli può anche non qualificarsi per Euro 2012 (rischiamo) e avere sempre un credito da spendere.
Se Lippi è da condannare con la condizionale, il vero guaio lo ha combinato Capello. Lui aveva i calciatori giusti nel momento migliore della carriera (Terry è stato uno dei peggiori, Lampard e Rooney mediocri, Gerrard a buon livello), con la giusta esperienza internazionale che li ha fatti grandi. In due anni di Inghilterra, Capello non è riuscito a far crescere un portiere o farselo naturalizzare (insistere sui tre che ha portato in Sudafrica è stato un suicidio), non ha creato alternative valide, facendo giocare quasi sempre la stessa squadra, non ha fatto giocare vicino a Rooney un giocatore diverso dal già visto. Lippi ha fatto quello che tutti ci aspettavamo con terrore e per questo ci ha delusi a metà. Capello ha fatto vedere una squadra che nessuno credeva debole, anche se, per colpa sua, le ragioni di una sconfitta dura c’erano tutte.

JVAN SICA

7 commenti:

  1. Penso che stasera, dopo Argentina-Messico, scriverò un articolo perchè di cose da dire ne ho diverse... spero di non crollare però :D

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  2. L'ennesimo fallimento. Sapete l'ultima volta che il signore in questione è riuscito ad arrivare non dico a una finale ma a una semifinale di un trofeo internazionale? Correva l'anno 1995 e la squadra che allenava era il Milan. C'erano ancora Baresi, Tassotti etc... etc... dall'altra parte giocava ancora Rijkaard e Kluivert e Seedorf erano delle giovani promesse di 18 anni. Un'altra era geologica!
    Umiliato su tutti i fronti, se avesse un minimo di palle si dimetterebbe ma temo che si appellerà, nonostante le 4 pappine (storico) subite, al gol fantasma non dato dall'arbitro. Patetico come il suo calcio. E pensare che qualcuno l'aveva pronosticato tra le favorite. Io stesso guardando ai tanti talenti del calcio inglese, pensavo che nonostante Capello, potesse essere la volta buona per gli inglesi. Poi ho visto le ultime amichevoli, le convocazioni e il modo in cui ha messo i giocatori in campo e la loro staticità nelle prime due partite e ho capito che non andavano da nessuna parte. Contro la Germania, poi...

    Goodbye mr Hair

    KUBALA

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  3. La partita è stata bellissima, va detto. Solo che un errore così grande compromette tutto ciò che di lucido si possa dire e pensare. Non riesco a dare un giudizio obiettivo e definitivo. Ammetto che ho gioito e sofferto contemporaneamente ad ogni gol, perchè simpatizzo per entrambe le squadre allo stesso modo. Credo che questa Germania meritasse di più di passare (a dire il vero è da qualche tempo che li ritengo i principali candidati alla vittoria finale), ma un errore come quello non può non condizionare tutta la partita. Mi dispiace per l'Inghilterra, perchè con questa eliminazione si chiude un ciclo. Capello ha le sue colpe, che vanno riconosciute. La squadra nella prima mezz'ora è apparsa timida e spenta come al solito, e solo su questo mi baso per dire che probabilmente la partita l'avrebbero vinta comunque i tedeschi. La squadra di Loew propone un gioco impressionante, c'è poco da fare.
    Tommaso

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  4. Premessa: vergognoso errore arbitrale che ha cambiato in pieno la partita.
    A questo punto si vada di moviola perchè un errore del genere penalizza tutti.
    La Germania non ne aveva bisogno e questo errore macchia, anche se per quanto mi riguarda moderatamente, una strabiliante prestazione da parte dei teutonici.

    Si, perchè sarebbe vergognoso non soffermarsi su questa squadra splendida che grazie ad un mix di carattere, tecnica, grinta, corsa, velocità, intelligenza ha portato a casa una sfida difficilissima.

    Pagelle:

    Neuer 7.5: Due errori, sul gol e sulla posizione che battezza fuori e che invece va contro la traversa. Tuttavia fa due parate strepitose e se la cava bene in diverse situazioni.
    Lahm 7.5: Rischia grosso in un'occasione, forse il suo unico errore. Per il resto gioca benissimo confermandosi ancora una volta uno dei migliori terzini al mondo.
    Friedrich 7.5: Viene da una stagione pessima all'Hertha, gli si chiedeva leadership e pochi errori. Fino ad ora se l'è sempre cavata alla grande.
    Mertesacker 7.5: Giganteggia in difesa sui palloni alti e contribuisce a limitare l'attacco inglese.
    Boateng 7: Non al 100 % fa il suo.
    Khedira 7: Prova subito la conclusione, poi si attiva per recuperare palloni e favorire l'impostazione del gioco da parte del suo super compagno di reparto.
    Schweinsteiger 8.5: In dubbio fino all'ultimo, se fosse stato al 100 % cos'avrebbe fatto? Perfetto. Recupera, imposta, smista con i tempi giusti e in occasione del terzo gol è perfetto a servire un pallone d'ora a Müller.
    Müller 9: Superbo. 1989, tra i dilettanti fino ad Agosto è sempre presente, sempre, da protagonista nelle partite importanti. Immarcabile fin dai primi minuti corona la sua prestazione chiudendo la partita con una doppietta.
    Özil 8.5: Anche lui immarcabile, trova sempre gli spazi, con la sua velocità mette più volte in difficoltà gli inglesi e nel terzo gol è lui ad andare via a Barry.
    Podolski 7.5: Si impegna, ma questa volta segna un gol di importanza fondamentale da una posizione in cui non era così scontato, soprattutto per uno che non è esattamente un goleador.
    Klose 8.5: Giocatore vero, quando serve lui c'è sempre. Già dai primi minuti denota una dedizione fuori dal comune avventandosi su ogni pallone e mettendo da solo in difficoltà tutta la retroguardia inglese, poi va via e segna il primo gol con l'opportunismo che gli appartiene e potrebbe fare il bis, James permettendo.

    Gomez 6.5:
    Trochowski 6.5
    Kießling s.v

    Löw 9.5: Eccezionale. Non tanto per questa partita in cui è stato comunque perfetto, quanto per quello che ha costruito dando fiducia ai giovani e a giocatori che apparivano bolliti (Friedrich e Klose su tutti) e viene premiato alla grande.

    Adesso Argentina-Germania, Albiceleste favorita sicuramente, squadra fortissima, ma sotto l'aspetto psicologico era più difficile domare i Tre Leoni.

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  5. Le convocazioni erano giuste tutte, tranne quella di Wright-Phillips (io avrei portato Adam Johnson al suo posto): avevano tutte una loro logica. Il problema è che poi s'è fatto anche grandissima confusione e la logica s'è persa.
    Non rinfaccio a Capello le convocazioni: rinfaccio altro. Il gioco, la condizione, le scelte.

    Oggi nell'analisi di questa partita non ho dubbi: c'è stato un errore assurdo degli arbitri, ma ha vinto la squadra che stava e che ha meritato molto di più nella partita. Discorso che (soprattutto per quanto riguarda lo "stava") non riesco a fare allo stesso modo per Argentina-Messico obiettivamente: l'Argentina era ferma senza movimenti senza palla al momento di quel gol.

    Questo è il merito della Germania: non ha solo vinto la partita, ma l'ha fatto in modo così netto, con una superiorità così lampante che i propri meriti vanno in primo piano e l'errore (per quanto osceno sul piano tecnico) in secondo.

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  6. Analisi perfetta di Silvio, in linea con la sua sportività e obiettività. Sono d'accordo soprattutto sulla questione della preparazione fisica: dovunque i cosidetti "esperti" continuano a parlare a vanvera dicendo che gli europei arrivano spompati al mondiale a causa dei campionati pesanti e delle troppe partite annuali, e dimenticandosi che molte delle squadre sudamericane, africane e asiatiche vantano tra i loro titolari giocatori che militano in Europa e che in questa stagione hanno corso a un ritmo di tre partite alla settimana (Maicon e Messi su tutti, oltre ai nomi già citati da Silvio, tutti apparsi sufficientemente in forma a questi mondiali). Insomma, qui si tratta della qualità della preparazione, e non del campionato di provenienza.
    Tommaso.

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  7. [quote]gli errori arbitrali assumono importanza devastante quando a vincere è la squadra che sul campo aveva dimostrato di meritare meno, oppure quando in campo c’è un grandissimo equilibrio. Ebbene, questo non era il caso di questa partita, perché prima e dopo quel gol fantasma la Germania si era dimostrata di un altro livello rispetto all’Inghilterra[/quote]

    Lungi da me difendere Capello, che non sopporto e non mi piace assolutamente, ma non si può sottovalutare l'impatto che avrebbe avuto il pareggio sul prosieguo della partita.
    Vero la Germania aveva giocato molto meglio prima e ha continuato a giocare molto meglio dopo il "fattaccio", ma non so come avrebbero reagito al pareggio maturato nel giro di pochi minuti dopo aver dominato per 35 minuti ed essere stati in vanataggio per 2 a 0.
    Tu sei sicuro che non avrebbero subito nessun contraccolpo?
    Io sono convinto che sia passata la più forte, però senza quell'errore non so se le cose sarebbero andate nella stessa maniera.

    Detto ciò...bye bye don Fabio!

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