SPAGNA (4-3-3): Casillas; Sergio Ramos (dal 32' st Arbeloa), Puyol, Piqué, Capdevila; Xavi (dal 21' st Fabregas), Busquets, Xabi Alonso; Jesus Navas, Torres (dal 25' st Mata), Villa. (Valdes, Albiol, Marchena, Iniesta, Pedro, Llorente, Martinez, David Silva, Reina). All. Del Bosque.
HONDURAS (4-2-3-1): Valladares; Mendoza, Chavez, Figueroa, Izaguirre; W. Palacios, Guevara; Turcios (dal 18' st Nunez), Martinez, Espinoza (dal 1' st Welcome); Suazo (dal 39' st J. N. Palacios) (Canales, J. Palacios, Bernardez, Thomas, Pavon, Garcia, Sabillon, Alvarez, Escober). All. Rueda.
ARBITRO: Nishimura (Giappone)
NOTE Ammoniti Turcios per comportamento antiregolamentare, Izaguirre per gioco scorretto Angoli: 12-2 per la Spagna Recupero: 1' e 3'.
La notizia più positiva per la Spagna è che dipende da sé stessa. Ove battesse il Cile all’ultima giornata, capovolgerebbe la differenza reti e si qualificherebbe perciò per gli ottavi. Poi eventualmente bisognerebbe valutare il risultato della Svizzera per stabilire la prima e la seconda classificata. La notizia negativa è una Spagna tremolante, che sembra più incerta sulla sua identità rispetto a qualche mese fa.
Non inganni la partita di stasera, la quantità esagerata di occasioni (molte delle quali sprecate con sufficienza o goffaggine, vedi gli errori di Torres e il rigore sbagliato da Villa): viviamo pur sempre sul pianeta Terra, e questo è il minimo che deve succedere in una partita fra Spagna da un lato e Honduras dall’altro.
L’Honduras è una squadra di una modestia che fa tenerezza, perché a differenza di altre squadre scarse non si copre nemmeno più di tanto, lascia gli spazi, è allegrona, gioca a viso aperto ma non ha qualità per organizzare la manovra, e in più ha un giocatore che in testa porta un casco di banane.
Per cui non bisogna tanto guardare alla facilità nel creare occasioni per valutare la prestazione della Spagna, ma a quelle che sono le sue possibilità e al confronto con gli standard consolidati nel recente passato.
E qui non convince, la sensazione è che Del Bosque stia lentamente snaturando e stravolgendo la squadra costruita da Aragonés. Quella squadra si basava su un solo centrocampista difensivo, Senna, e aveva trovato la formula per controllare le partite e al tempo stesso squilibrare le difese avversarie nel tourbillon di centrocampisti, fra mezzeali e falsi esterni pronti ad accentrarsi fra le linee.
La formazione di stasera non c’entrava nulla però con questo discorso, per via delle due autentiche fissazioni che imperversano nella mente di Del Bosque: Busquets e gli esterni puri.
Sergi B. è una specie di feticcio ormai: l’ipotesi di toglierlo dall’undici non esiste nemmeno, anche in partite come queste dove l’avversario è inesistente e devi soltanto rimpinzarti di gol. Badate bene, il problema non è Busquets in sé, e nemmeno le sue prestazioni individuali (bene stasera), ma il contesto collettivo. Mettere Busquets davanti alla difesa per limitare Xabi Alonso e anche Xavi non ha senso. Busquets davanti alla difesa significa Xabi Alonso mezzala sinistra: perché diavolo Xabi Alonso, il miglior giocatore possibile davanti alla difesa per questa Spagna, eccellente nel Real Madrid proprio in questa posizione, deve prendere palla spalle alla porta, girarsi etc... invece che vedere sempre la giocata di fronte, situazione molto più comoda per le sue caratteristiche, per cambiare gioco e far correre il pallone alla massima velocità?
Xabi Alonso non è del tutto limitato, perché comunque ha spesso modo di abbassarsi e iniziare lui l’azione, ma resta una forzatura che non si capisce, anche perché se il basco retrocede rimane comunque troppo piatto il centrocampo: Busquets è ottimo nell’interpretare quelle rotazioni senza palla in mezzo al campo, nel liberare lo spazio al compagno e nel giocare a un tocco, però non ti fa guadagnare terreno avanti.
E questa dialettica fra Xabi Alonso e Busquets influisce anche su Xavi, che finisce con l’essere sempre il giocatore più avanzato del centrocampo: troppo avanzato, praticamente un trequartista che finisce con l’entrare in contatto col pallone meno rispetto a quanto gradirebbe, in zone e in situazioni che non sono quelle più gradite (spalle alla porta e in sede di ultimo passaggio; lui se può dà l’assist, ma preferisce essere coinvolto qualche metro prima). E se retrocede, Xavi non fa che aggravare il problema del centrocampo troppo piatto. Che poi l’Honduras lasci lo spazio tra le linee, e che Xavi abbia comunque la qualità per interpretare questa situazione, non toglie che si tratti di un’altra forzatura tutt’altro che necessaria.
Navas, altra questione. Anche qui non si tratta del giocatore in sé (per quanto quasi sempre impreciso al cross nell’occasione), ma del contesto. Preferire Navas a Silva ha un significato molto chiaro. Abbiamo visto una Spagna che per la forzatura del centrocampo nel mezzo e per questa mossa ha perso quasi tutta quella ricchezza di movimenti fra le linee (tre bloccati in mediana e tre sparati davanti) e si è banalizzata in una ricerca eccessiva dell’uno contro uno e del cross dalle fasce.
L’unica salvezza è il peso di giocatori come Iniesta e Silva, altrimenti Del Bosque avrebbe già da tempo stravolto completamente il blocco di Aragonés rinunciando al tourbillon nel mezzo per due esterni puri. Guardate anche i cambi: Cesc è entrato per Xavi (non sia mai che esca Busquets!), e la Spagna ha finito i 90 minuti con Mata e Navas. Allarmante. Sono rimaste solo le cattive intenzioni di Villa, che partendo largo a sinistra ha puntato sempre la porta, andando in gol con dribbling stretti degni di Butragueño.
La Spagna ha giocato una partita appena sufficiente nel primo tempo e in evidente calo nella ripresa, con attacchi sempre più approssimativi e una squadra portata a spezzarsi in due, cosa che non si verificava da secoli. Non si è vista una squadra coesa attorno al pallone, e c’è stata più di un’imperfezione nelle transizioni difensive, con buchi particolarmente sulla fascia sinistra, che non hanno pesato solo per l’insipienza tecnica honduregna. Da sottolineare soltanto l’ennesima grande prestazione di Piqué, ma resta un fatto puramente individuale. Col Cile serviranno idee chiare, e questa squadra sembra ben lontana dall’averle.
VALENTINO TOLA
Non inganni la partita di stasera, la quantità esagerata di occasioni (molte delle quali sprecate con sufficienza o goffaggine, vedi gli errori di Torres e il rigore sbagliato da Villa): viviamo pur sempre sul pianeta Terra, e questo è il minimo che deve succedere in una partita fra Spagna da un lato e Honduras dall’altro.
L’Honduras è una squadra di una modestia che fa tenerezza, perché a differenza di altre squadre scarse non si copre nemmeno più di tanto, lascia gli spazi, è allegrona, gioca a viso aperto ma non ha qualità per organizzare la manovra, e in più ha un giocatore che in testa porta un casco di banane.
Per cui non bisogna tanto guardare alla facilità nel creare occasioni per valutare la prestazione della Spagna, ma a quelle che sono le sue possibilità e al confronto con gli standard consolidati nel recente passato.
E qui non convince, la sensazione è che Del Bosque stia lentamente snaturando e stravolgendo la squadra costruita da Aragonés. Quella squadra si basava su un solo centrocampista difensivo, Senna, e aveva trovato la formula per controllare le partite e al tempo stesso squilibrare le difese avversarie nel tourbillon di centrocampisti, fra mezzeali e falsi esterni pronti ad accentrarsi fra le linee.
La formazione di stasera non c’entrava nulla però con questo discorso, per via delle due autentiche fissazioni che imperversano nella mente di Del Bosque: Busquets e gli esterni puri.
Sergi B. è una specie di feticcio ormai: l’ipotesi di toglierlo dall’undici non esiste nemmeno, anche in partite come queste dove l’avversario è inesistente e devi soltanto rimpinzarti di gol. Badate bene, il problema non è Busquets in sé, e nemmeno le sue prestazioni individuali (bene stasera), ma il contesto collettivo. Mettere Busquets davanti alla difesa per limitare Xabi Alonso e anche Xavi non ha senso. Busquets davanti alla difesa significa Xabi Alonso mezzala sinistra: perché diavolo Xabi Alonso, il miglior giocatore possibile davanti alla difesa per questa Spagna, eccellente nel Real Madrid proprio in questa posizione, deve prendere palla spalle alla porta, girarsi etc... invece che vedere sempre la giocata di fronte, situazione molto più comoda per le sue caratteristiche, per cambiare gioco e far correre il pallone alla massima velocità?
Xabi Alonso non è del tutto limitato, perché comunque ha spesso modo di abbassarsi e iniziare lui l’azione, ma resta una forzatura che non si capisce, anche perché se il basco retrocede rimane comunque troppo piatto il centrocampo: Busquets è ottimo nell’interpretare quelle rotazioni senza palla in mezzo al campo, nel liberare lo spazio al compagno e nel giocare a un tocco, però non ti fa guadagnare terreno avanti.
E questa dialettica fra Xabi Alonso e Busquets influisce anche su Xavi, che finisce con l’essere sempre il giocatore più avanzato del centrocampo: troppo avanzato, praticamente un trequartista che finisce con l’entrare in contatto col pallone meno rispetto a quanto gradirebbe, in zone e in situazioni che non sono quelle più gradite (spalle alla porta e in sede di ultimo passaggio; lui se può dà l’assist, ma preferisce essere coinvolto qualche metro prima). E se retrocede, Xavi non fa che aggravare il problema del centrocampo troppo piatto. Che poi l’Honduras lasci lo spazio tra le linee, e che Xavi abbia comunque la qualità per interpretare questa situazione, non toglie che si tratti di un’altra forzatura tutt’altro che necessaria.
Navas, altra questione. Anche qui non si tratta del giocatore in sé (per quanto quasi sempre impreciso al cross nell’occasione), ma del contesto. Preferire Navas a Silva ha un significato molto chiaro. Abbiamo visto una Spagna che per la forzatura del centrocampo nel mezzo e per questa mossa ha perso quasi tutta quella ricchezza di movimenti fra le linee (tre bloccati in mediana e tre sparati davanti) e si è banalizzata in una ricerca eccessiva dell’uno contro uno e del cross dalle fasce.
L’unica salvezza è il peso di giocatori come Iniesta e Silva, altrimenti Del Bosque avrebbe già da tempo stravolto completamente il blocco di Aragonés rinunciando al tourbillon nel mezzo per due esterni puri. Guardate anche i cambi: Cesc è entrato per Xavi (non sia mai che esca Busquets!), e la Spagna ha finito i 90 minuti con Mata e Navas. Allarmante. Sono rimaste solo le cattive intenzioni di Villa, che partendo largo a sinistra ha puntato sempre la porta, andando in gol con dribbling stretti degni di Butragueño.
La Spagna ha giocato una partita appena sufficiente nel primo tempo e in evidente calo nella ripresa, con attacchi sempre più approssimativi e una squadra portata a spezzarsi in due, cosa che non si verificava da secoli. Non si è vista una squadra coesa attorno al pallone, e c’è stata più di un’imperfezione nelle transizioni difensive, con buchi particolarmente sulla fascia sinistra, che non hanno pesato solo per l’insipienza tecnica honduregna. Da sottolineare soltanto l’ennesima grande prestazione di Piqué, ma resta un fatto puramente individuale. Col Cile serviranno idee chiare, e questa squadra sembra ben lontana dall’averle.
VALENTINO TOLA
Nelle qualificazioni ha battuto il Messico per due volte, ha perso di misura con gli USA, Palacios e Figueroa sono titolari in Premier.
RispondiEliminaLa Spagna in questi anni ha messo a nudo carenze di avversari di un certo livello con punteggi che potrebbero far gridare allo scandalo (vedi Belgio e Bosnia nelle qualificazioni e tante amichevoli con goleade), sotto al carro armato spagnolo ci finì anche la più bella Russia degli ultimi 15 anni (semifinale europeo).
Le stesse Argentina ed Inghilterra in amichevole (per quello che conta) dovettero assistere a monologhi.
Senza rivalutare troppo l'Honduras, che è sopra a Corea del Nord, Sudafrica e Nuova Zelanda, ma nulla più, fai comunque bene a tenere un profilo basso...
le amichevoli non contano.
RispondiEliminaquando ho visto le formazioni iniziali Busquets non c'era e si pavantava un 442 con silva, xavi , alonso e navas e ho pensato che del bosque fosse andato di matto.
poi ho visto la partita e più che un 433 ho visto un 4213 con il doble pivote con Alonso in regia e xavi messo più avanti a fare meno danni (ma fabregas che è molto più uomo gol, perchè deve sempre partire dalla panchina) e infatti il gioco ne ha giovato.
busquets serve non c'è da dire, già sta squadra a stento regge xavi e xabi insieme.
piuttosto silva fuori, fabregas fuori... iniesta dove troverà posto in una formazione del genere?
poi finalmente Villa messo in un ruolo a lui consono fa vedere delle belle cose. lui NON E' un centravanti e infatti si vede che partendo largo rende il triplo. spero che Guardiola abbia visto la partita.
male Torres ma almeno ha fatto si che Villa potesse essere schierato nel suo ruolo.
bene la spagna nei primi 20 minuti giocati con intensità, con delle belle sventagliate e poco possesso palla, ariosi, essenziali, diretti e decisi ad andare in porta.
certo l'honduras non ha fatto opposizione difensiva e la spagna ha avuto vita facile con una squadra ben diversa dalla svizzera. male il fatto che ha giocato troppo lunga. male il fatto che dopo i 20 minuti e tornata la solita spagna imborghesita, lenta e prevedibile, che gioca solo sugli errori altrui. malissimo il leziosismo e la mancanza di cattiveria sotto porta che potrebbe costare anche molto caro.
col Cile non sarà così facile. il risultato di Cile-Svizzera è pessimo per loro.
la spagna vince ma non convince (a me non ha mai convinto ).
KUBALA
tra Honduras, Slovacchia ecc ecc questo mondiale sembra il festival della mediocrità;
RispondiEliminacontro un avversario così povero di giocatori di calcio, la Spagna fa il compitino e nulla più
markovic
@ Vojovda
RispondiEliminaLe amichevoli per me contano, se servono per confermare e consolidare un'identità di squadra. E quell'amichevole con l'Argentina fu una partita splendida. Il problema è che la formazione di ieri con quella dell'Argentina e anche dell'Inghilterra (lì ottimo primo tempo) non c'entra più nulla...
@ Kubala
Dirò le cose su cui sono d'accordo, faccio prima:
1) 4-2-1-3: effettivamente dopo un po' di minuti Xabi Alonso ha abbassato la sua posizione abbastanza stabilmente a fianco di Busquets. Però continua a non piacermi questo centrocampo (se Xabi gioca meglio partendo più basso, comunque si doppiano troppo con Busquets e la Spagna non copre come dovrebbe zone più avanzate, troppo piatta a centrocampo).
La mia mediana è Xabi+Xavi+Silva+Iniesta, poi possono giocare con due o tre punte (in questo caso Iniesta mezzala sinistra, Silva e Villa esterni d'attacco), non importa il modulo, importa l'idea di gioco.
2) Primi 20 minuti: buoni, ma senza strapparsi i capelli. Mi tengo stretti "melina e contropiede"...
3) Imborghesimento e allungamento della squadra: sì, anche se io parlerei più che di imborghesimento di confusione... l'allungamento poi è stato determinato anche dalla composizione di centrocampo e attacco, troppo distanti, il resto della squadra in fase di possesso non accompagnava e accorciava come si deve, e a palla persa latifondo fra centrocampo e attacco spagnolo a disposizione dell'avversario, che per fortuna della Spagna si chiamava Honduras.
Perchè la transizione difensiva personalmente non credo si riduca soltanto a un "ehi ragazzi, presto, corriamo che dobbiamo riprendere le posizioni"...
4) Cile: avversario tostissimo. C'è un precedente, un'amichevole a Vila-Real. Vinse la Spagna 3-0, ma il risultato non inganni perchè prima di passare in vantaggio la Spagna trovò difficoltà sul pressing alto cileno come con nessun'altra avversaria.
@ Markovic
Compitino e nulla più, proprio così.
Xabi+Xavi+Silva+Iniesta più due punte.
RispondiEliminaOvviamente la prima alternativa sarebbe il centrocampo a cinque con Cesc. Ma in ogni caso niente doble pivote.
Navas solo a partita in corso, e possibilmente già in vantaggio per sfruttare il contropiede.
Ottimo pezzo, Vale, con il quale concordo in pieno. Busquets in questa squadra proprio non lo capisco: se non c'è Iniesta perché non provare Fabregas (a pensarlo in panchina c'è da piangere, ha ragione il buon vecchio Kubala ;) ) arretrando Xabi Alonso? Altra cosa non proprio comprensibile è la presenza di Navas, che mi è sembrato per quasi tutta la partita un corpo estraneo.
RispondiEliminaL'Honduras avrà anche fatto delle buone qualificazioni (anche la Slovacchia, eppure...), ma resta una squadra inguardabile perché non prova nemmeno ad intasare gli spazi come tutte le altre cenerentole del Mondiale. Avesse perso 5-0 non ci sarebbe stato nulla da eccepire, e teniamo conto che la Spagna non ha fatto niente di che. Piuttosto mi hanno preoccupato certi tentennamenti in difesa, da Casillas a Ramos a Puyol, che contro altri attaccanti potrebbero essere pagati cari.
Nota finale sui due Leoni presenti in Sudafrica: cosa li ha chiamati a fare? Si sapeva che Javi Martinez non c'entrava un'acca con il sistema di gioco spagnolo, e fin qui ok, ma perché non provare Llorente viste le condizioni quasi impresentabili di Torres?
Io non sarei così critico dopo la partita di ieri: per me sono emersi due problemi per la Spagna, la condizione deficitaria di Torres, che ha sbagliato due gol incredibili per uno come lui, e più in generale la tendenza a cincischiare troppo in area avversaria, con leziosimi inutili che hanno evitato una goleada stile Portogallo-Corea, che forse sarebbe servita a poco sul piano del passaggio del turno ma avrebbe dato fiducia all'ambiente. I rilievi di Valentino sono tutti legittimi, ho un unico motivo di eccepire: siamo al mondiale, competizione unica per importanza e pressione che comporta. La Spagna ha il dovere di provare a vincerlo e forse deve sacrificare un'idea di gioco più brillante ma complessa per trovare soluzioni più semplici ed efficienti, senza snaturare le sue caratteristiche. Già a partire dalla sfida col Cile avremo risposte definitive, a me contro la squadra di Bielsa non dispiacerebbe che Del Bosque confermasse l'undici iniziale di ieri; sarà una sfida davvero intrigante, con mille varianti tattiche possibili. Alenar
RispondiEliminaSì Edo, io non capisco. Basterebbe una mossa per far slittare tutti nella posizione giusta. Levi Busquets, arretri Xabi Alonso, così tiri indietro anche Xavi e lo coinvolgi di più nelle prime fasi della manovra. A quel punto puoi inserire Cesc, che comunque dovrebbe riadattarsi a giocare insieme a Xavi: son giocatori che tendono a muoversi in zone simili e soprattutto ad essere entrambi i protagonisti e le guide delle transizioni offensive delle loro squadre.
RispondiEliminaCon Aragonés avevano trovato una buona coesistenza alla fine, Cesc giocava un po' più avanzato e si adattava a toccare meno palloni... ora con Del Bosque sarebbe tutto da rifae perchè il fenomeno dell'Arsenal non lo ha mai calcolato neanche di striscio...
Poi io capisco se giochi col 4-4-2, Cesc può stare anche fuori, ma se Del Bosque usa comunque sempre tre centrocampisti interni, la preferenza indiscussa per Busquets e il trattamento da lebbroso di Cesc diventano qualcosa di surreale.
Navas è sembrato un corpo estraneo perchè per lui sta passando il tentativo di del Bosque di modificare la squadra di Aragonés in qualcosa di diverso (una squadra che per come intende usare le fasce punta più a somigliare al Barça) che ancora però è un ibrido, uno sgorbietto.
A parte il discreto inizio, ieri si è notata una certa disarmonia. Una scollatura fra il centrocampo piatto e l'attacco diretto, molto verticale.
La formazione classica con i falsi esterni Silva e Iniesta, o in mancanza di Iniesta con Cesc permette secondo me di maturare meglio le azioni, consente alla squadra di avanzare più compatta e ordinata attorno al pallone, e di conseguenza fa sì che la squadra guadagni anche migliori posizioni per ripiegare o pressare non appena perde palla.
Non è solo un fattore di superiorità numerica in fase di possesso (la Spagna manda Iniesta e Silva a tagliare dentro, gli avversari non sanno chi marcare, vanno 3 contro 4 o addirittura cinque in mezzo al campo, e Del Bosque cosa fa? Mette un esterno puro, un riferimento infinitamente più leggibile per il sistema difensivo avversario... ma lui pensa che è questa l'unica maniera di creare spazio sulle fasce, così come l'unica maniera per ottenere equilibrio difensivo è un doble pivote...), ma anche un fattore di equilibrio difensivo.
Ah, aggiungo sui leoni.
RispondiEliminaJavi Martinez: ti farà piacere saperlo Edo, non ha giocato un minuto, ma anche lui nelle gerarchie viene prima di Cesc... se manca Busquets mette Javi prima... tutto inizia e finsice con un doppio centrocampista difensivo...
Llorente: assurdo. La missione che ti sei preposto è quella di banalizzare il gioco dellka Spagna buttando cross a pioggia, devi possibilmente fare un sacco di gol all'Honduras, ma Fernandote in area non lo metti... anzi, fai entrare Mata e Arbeloa...
@ Alenar
RispondiEliminaSottoscrivo sui leziosismi e Torres.
Però ti dico che la cosa più rischiosa per me è proprio cercare queste nuove soluzioni, ora, in un mondiale. La cosa più semplice sarebbe affidarsi alla soluzione... più complessa, cioè quell'idea di gioco di cui parli che per quanto elaborata la Spagna porta con sè da due anni ormai. Andare fino in fondo con quella.
La mia sensazione (non so se altri la condividono) è che Del Bosque stia provando altre strade per non trovarsi appiccicata addosso l'etichetta di "mister per modo di dire", ovvero di uno che ha solo raccolto i frutti del lavoro di un collega, roba che in caso di vittoria sarebbe pesantissima da digerire. Solo in quest'ottica di smarcamento dal modello-Aragones (Aragones che peraltro c'è andato giù pesante nel commentare oggi la sua ex squadra) acquisiscono un senso, altrimenti non si capisce per quale motivo un bravo allenatore come Del Bosque dovrebbe cambiare un sistema di gioco così proficuo e ben oliato.
RispondiEliminaDi Javi Martinez non lo sapevo, mentre quello che hai scritto su Llorente io l'ho pensato ieri guardando il match.
Per fondamentalmente il problema a centrocampo è che Del Bosque non considera Xabi Alonso un centrocampista difensivo a tutti gli effetti e non si fida a lasciarlo da solo a contrastare gli inevitabili contrattacchi che la Spagna subirà giocando quasi sempre nella metacampo avversario.
RispondiEliminaNel 2008 l'uomo chiave per gli equilibri fu Senna (infatti il basco era fuori dall'11 tipo), oggi la sua assenza (o quella di un centrocampista con caratteristiche simili, lo stesso Busquets non ha la stessa presenza fisica) rischia di pesare più del previsto.
Comunque, che la Spagna perda (Svizzera) o vinca (Honduras), mi pare chiaro che è la squadra che canalizza il maggior numero di commenti su questo blog.
RispondiEliminaIl motivo? Al di là dell'influenza del guru Valentino, mi pare evidente che, per valori tecnici, filosofia di gioco, potenzialità espresse/inespresse, sia la squadra più interessante del Mondiale.
Le furie rosse possono piacere, non piacere, piacere fino a un certo punto (è il mio caso... gioca benissimo un calcio che non mi appartiene culturalmente), ma è così.
Insomma, gli spagnoli potranno vincere o perdere il mondiale, ma di sicuro non risultano indifferenti (a differenza, ad esempio, dell'Italia, rispetto a cui mi pare ci sia ben poco da dire...).
Marcello
ma come, non ti entusiasma la fantastica JuvItalia del padre di Davide Lippi?
RispondiEliminamarkovic
"La mia mediana è Xabi+Xavi+Silva+Iniesta, poi possono giocare con due o tre punte (in questo caso Iniesta mezzala sinistra, Silva e Villa esterni d'attacco), non importa il modulo, importa l'idea di gioco."
RispondiEliminala mediana xabi+xavi+silva+iniesta è semplicemente orribile, roba da playstation e neanche. xavi non sa giocare come doble pivote e xabi che lo si voglia considerare centrocampista difensivo o meno ha sempre giocato con almeno un altro centrocampista difensivo. busquets è l'unico "insostituibile" come due anni fa lo era senna.
silva poi lo vedo parecchio sotto fabregas e pure sotto navas, cento volte più utile ad allargare il gioco. lo schema di ieri può andare bene se si mette dentro fabregas e ci si sbarazza della zavorra xavi.
non credo che la spagna sia la squadra più interessante del mondiale, semplicemente è quella che fa discutere di più: a fronte di un grande potenziale di giocatori esprime un nongioco decisamente deludente, perdendosi in una nonidea di calcio com'è appunto l'idolatria del tikitaka.
KUBALA
Kubala è come la Spagna che, come sottolineava giustamente l'amico Marcello, non lascia mai indifferenti...:-)
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