mercoledì 16 giugno 2010

Sudafrica-Uruguay 0-3: 24' Forlan 80' rigore Forlan 94' A. Pereira



SUDAFRICA (4-4-1-1): Khune; Gaxa, Mokoena, Khumalo, Masilela; Modise, Letsholonyane (Moriri dall'11' s.t.), Dikgacoi, Tshabalala; Pienaar (dal 33' s.t. Josephs); Mphela. (Ngcongca, Sibaya, Booth, Thwala, Davids, Parker, Nomvethe, Sangweni, Khuboni, Walters). All. Parreira.

URUGUAY (4-3-1-2): Muslera; M.Perreira, Lugano, Godin, Fucile (dal 25' s. t. Fernandez); Arevalo, Perez (dal 46' s.t. Gargano), A.Pereira; Forlan; Suarez, Cavani (dal 44' s.t. S.Fernandez sv). (Castillo, Caceres, Victorino, Eguren, Abreu, Gonzalez, Scotti, Silva). All. Tabarez.

ARBITRO: Busacca (Svizzera).

NOTE: spettatori. Espulso Khune al 31' s.t. per gioco scorretto; ammoniti Pienaar per comportamento non regolamentare, Dikgacoi per gioco scorretto. Angoli 3-4. Recuperi: 0 p.t., 5' s.t.

Non è bastato al Sudafrica il baccano infernale delle tanto temute vuvuzelas ed uno stadio intero pronto ad incitare i propri beniamini: i Bafana Bafana, mai in partita, sono infatti malamente caduti contro i più organizzati e dotati avversari uruguyani, tornati a vincere in una Fase Finale di un Mondiale dopo ben 20 anni (!).
Un successo netto e mai in discussione per la Celeste, che nell'arco dei 90' ha fatto valere la propria superiorità in ogni zona del campo, mostrando finalmente anche una più che discreta qualità: avevamo già intuito che fosse una formazione compatta dopo aver assistito al pareggio (da sbadigli) a reti bianche contro la Francia, ma ora abbiamo avuto la prova che è in grado anche di fare gioco, grazie soprattutto a questo nuovo modulo che permette di schierare in avanti i tre suoi assi offensivi, Diego Forlán, Luis Suárez ed Edinson Cavani.
Se l'Uruguay ha disputato una partita tatticamente magistrale, grande merito va all'allenatore, Oscar Washington Tabárez, contestato da una parte della critica per l'atteggiamento eccessivamente ostruzionistico assunto nel match d'esordio, ma che ha avuto - come detto - il coraggio di cambiare il modulo e di passare ad un 4-3-3 che poteva sembrare al contrario quasi spregiudicato. Così però non è stato, perchè i giocatori oggi in maglia bianca si sono tutti recioprocamente aiutati, sacrificandosi in copertura e non concedendo alcuno spazio ai sudafricani: umili e precisi dietro, compatti in mezzo, letali davanti, con la capacità di partecipare tutti (a turno) in maniera totale alle fasi attiva e passiva della squadra. Da Lugano (incredibilmente, viste le sue medie, non ammonito!) e Godín, infallibili nei loro interventi difensivi, fino ai due tignosi mediani Arévalo e Diego Pérez (è già la seconda ottima partita consecutiva che gioca il centrocampista del Monaco), per arrivare al trio di attaccanti (Forlán assoluto mattatore, Suárez in crescita dopo il flop dell'esordio, impreciso ma assai volenteroso Cavani).
Il Sud Africa, inizialmente, ci ha quantomeno provato: è stato ordinato, ma di fronte ad una squadra così superiore dal punto di vista tattico-organizzativo, non ha saputo opporsi. Sfortunatamente per gli africani, inoltre, la squadra più organizzata era anche quella che poteva schierare dei campioni: risultato dunque inevitabile.
Apre Forlan con un tiro eccezionale, aiutato da una deviazione amica; nella ripresa la Celeste amministra il vantaggio, sfiora il secondo gol diverse volte e poi lo trova con un dubbio rigore procurato da Suárez e trasformato da Forlán. L'incontro, a senso unico, è di fatto finito lì, il terzo gol è un premio per la corsa e l'abnegazione di Pereira.

ALBERTO FARINONE

~

Due giorni fa Mondonico su Sportitalia ha detto una cosa molto interessante riguardante l’Italia. La nostra nazionale non può giocare con l’attacco 3-1 perché dietro quella prima punta sempre marcata c’è bisogno di 3 fenomeni che sappiano fare la doppia fase e abbiano i piedi per servire la punta e andare direttamente al tiro. In pratica se hai Eto’o-Sneijder-Balotelli è un discorso, se proponi Pepe-Marchisio-Iaquinta è tutto diverso. Ma a ben vedere questo discorso è valido per tutte le squadre ed è il vero motivo della pochezza spettacolare di tutte le partite mondiali fino ad oggi. L’attacco 3-1 composto da calciatori medi porta con sé una conseguenza evidente: la punta non ha mai un pallone giocabile fronte alla porta, gli esterni si abbassano troppo perché non sono capaci di infastidire il terzino che si spinge in avanti, la mezzapunta galleggia in un territorio di nessuno, guardato a vista da un centrale difensivo e da un mediano. Messa così, si arriva al blocco totale, come è avvenuto in tutte le partite.
La prima boccata d’aria l’ha portata il Maestro Tabarez, che ha cambiato faccia all’Uruguay, presentatosi all’esordio con un 4-4-2 e un Forlan che si abbassava molto e trasformava l’assetto in un 4-4-1-1 (variabile ancora più difensiva del 4-2-3-1), in 4-3-1-2, usando il buon vecchio “attacco triangolo” (siamo sempre sotto effetto finale NBA) e avendo ragione di un Sudafrica quasi impresentabile.
Grazie alla mobilità e all’intelligenza tattica di Forlan, Cavani e Suarez, l’attacco 1-2 dell’Uruguay era molto mobile, con il triangolo 1-2 che si formava e riformava a seconda dei movimenti della palla, ridefinendo poi un 2-1 quando il Sudafrica ripartiva. In questo modo l’Uruguay ha totalmente dominato la partita ed ha fatto vedere un calcio pericoloso in fase di possesso palla e accorto in quella di non possesso. Il Maestro, che nell’ultima partita vinta dall’Uruguay ai mondiali schierava Francescoli dietro Sergio Martinez e Ruben Sosa, è ripartito dal 1990 per vincere e ipotecare il passaggio del turno.

JVAN SICA

2 commenti:

  1. Ho seguito poco... Dopo il gol di Forlan sono crollato (fino a quando il mio cane mi ha svegliato :asd: Giusto prima della fine del primo tempo). Il Sudafrica conferma i limiti previsti: a questo punto, viene da rivalutare un po' il Messico, che ha mostrato un po' di gioco ma poi non ha creato così tanto contro i padroni di casa... Avremo la risposta domani: nei vari siti o anche qualche tecnico (penso a Wenger ad Eurosport, anche se l'alsaziano ne sta azzeccando meno di me in questi Mondiali :asd: ) dicono che le caratteristiche del Messico dovrebbero essere più facili per la Francia. Non sono convinto, perchè i Bleus mi danno bruttissime impressioni a prescindere.

    RispondiElimina
  2. A proposito di finale NBA: stanotte gara 7 da seguire assolutissimamente in diretta.

    RispondiElimina