FRANCIA (4-2-3-1): Lloris; Sagna, Gallas, Abidal, Evra; Toulalan, Diaby; Govou (dal 22' s.t. Valbuena), Ribery; Anelka (dal 1' s.t. Gignac) (Mandanda (portiere), Reveillere, Planus, Gourcuff, D. Cissé, Henry, Squillaci, A. Diarra, Clichy). C.T.: Domenech
MESSICO (4-3-3): Perez; Osorio, F. Rodriguez, Moreno, Salcido; Juarez (dal 10' s.t. J. Hernandez), Marquez, Torrado; Giovani, Franco (dal 17' s.t. Blanco), Vela (dal 31' p.t. Barrera) (Ochoa e Michel (portieri), Aguilar, Castro, Guardado, Magallon, Torres, Bautista, Medina ). C.T.: Aguirre
ARBITRO: Al Ghamdi (Arabia Saudita)
NOTE - Spettatori 35.000. Ammoniti Toulalan (F), Abidal (F), Franco (M), Juarez (M), Moreno (M) e Rodriguez (M) per gioco scorretto. Angoli: 5-1. Recuperi: p.t. 1', s.t. 3'
Il Messico si avvicina agli ottavi, la Francia di Domenech è ad un passo da una clamorosa (ma fino ad un certo punto) eliminazione: questo è il verdetto di Polokwane. Prima di gettare la croce addosso al tanto contestato e bistrattato Commissario Tecnico francese, però, sarebbe meglio concentrare l'attenzione sulla nazionale messicana, che merita solamente tanti complimenti per la splendida gara che ha disputato. Una squadra nel vero senso del termine, tatticamente tra le più preparate del torneo, tra le pochissime a proporre calcio, iniziando sempre e comunque l'azione dalla propria area di rigore, ovvero con i propri difensori, tutti abili ad impostare (il Barcelona di Guardiola nasce lì, o meglio, dal Messico del '06 - il cui stile di gioco è stato fedelmente ripreso da quello attuale - guidato da La Volpe al quale il Pep s'è ispirato). Una compagine davvero piacevole esteticamente da vedere, sempre propositiva, con tutti i giocatori che sanno che cosa fare quando hanno il pallone tra i piedi. Merito soprattutto dell'allenatore, Javier Aguirre, che aveva peraltro guidato già un ottimo Messico (quello del 2002), in grado di disporre il proprio undici in modo intelligente, con un atteggiamento offensivo ed equilibrato al mismo tiempo. Un Aguirre rivelatosi bravissimo a cambiare le carte in tavola a partita in corso, come quando - leggendo come meglio non poteva il momento della partita - ha tolto dal campo l'interno destro di centrocampo Efraín Juárez per inserire Chicharito Hernández, passando quindi da un 4-3-3 ad un 4-4-2 spregiudicato che in realtà era più un 4-2-4. Una scelta temeraria che ha pagato, perchè rischiare spesso porta al successo.
Apparentemente, almeno in partenza, è la Francia a fare la partita, attesa al varco dal Messico che la impallina in contropiede e che sembra prediligere proprio le ripartenze per far male ai transalpini. Con il passare dei minuti però le idee di Ribery e compagni svaniscono completamente ed il Messico comincia ad essere padrone anche del gioco. Diverse le opportunità create dalla Trì, che deve aspettare però il 64' per passare in vantaggio: lancio d'esterno delizioso di Rafa Márquez per il subentrato Javier Hernández, che taglia da destra verso sinistra e viene incredibilmente tenuto in gioco (seppur di pochissimo) dalla retroguardia francese: il neo-acquisto del Manchester United ringrazia, salta il povero Lloris e deposita comodamente in rete a porta sguarnita. Trascorrono 15 minuti ed è l'immortale Cuauhtémoc Blanco, fedelissimo del tecnico ed entrato al posto del Guille Franco, a trasformare un calcio di rigore procurato dal 22enne Barrera, steso (sebbene sia stato lui il primo a cercare il contatto) in area da Abidal in seguito ad un'ottima iniziativa personale. Terzo gol in altrettante edizioni dei Mondiali per il 37enne inventore del celebre "salto della rana".
I "Galletti" non hanno la lucidità nè la grinta necessaria per recuperare e rischiano così mestamente di salutare il Sudafrica al termine della prossima giornata della Fase a Gironi. Un tonfo però non del tutto inaspettato per un gruppo affatto coeso, ma anzi dilaniato dai dissidi interni alla squadra, con diversi giocatori che sembrano remare contro il discutibilissimo C.T. che comunque rimane inevitabilmente il principale responsabile di questo fiasco. Non c'è nulla da salvare nel mandato di Domenech, se si eccettua quelle tre partite ben giocate (perchè di più non furono) che portarono la Francia a giocarsi ai rigori il titolo di Campione del Mondo ed in parte le Qualificazioni che portarono ad EURO 2008. Ecco, il punto è proprio questo: l'Europeo! Raymond andava esonerato dopo la disastrosa spedizione in Austria e Svizzera. Lì doveva terminare la sua esperienza sulla panchina francese. Ed invece la Federazione, non si sa bene per quale motivo, ha deciso di andare avanti, nonostante ormai nessun giocatore sopportasse più l'ex attore teatrale, che aveva ormai perso letteralmente la fiducia da parte dei suoi stessi giocatori. Le folli convocazioni, le eccellenti esclusioni (dove sono, giusto per citare i due casi più clamorosi, Nasri e Benzema?), scelte tecniche (dall'inizio e in corsa) al limite del manicomio (vedi Abidal centrale e Govou titolare pressochè fisso): tutto ciò, cara Federazione Francese, non poteva essere evitato? Gli errori si pagano. Nel calcio, così come nella vita.
ALBERTO FARINONE
MESSICO (4-3-3): Perez; Osorio, F. Rodriguez, Moreno, Salcido; Juarez (dal 10' s.t. J. Hernandez), Marquez, Torrado; Giovani, Franco (dal 17' s.t. Blanco), Vela (dal 31' p.t. Barrera) (Ochoa e Michel (portieri), Aguilar, Castro, Guardado, Magallon, Torres, Bautista, Medina ). C.T.: Aguirre
ARBITRO: Al Ghamdi (Arabia Saudita)
NOTE - Spettatori 35.000. Ammoniti Toulalan (F), Abidal (F), Franco (M), Juarez (M), Moreno (M) e Rodriguez (M) per gioco scorretto. Angoli: 5-1. Recuperi: p.t. 1', s.t. 3'
Il Messico si avvicina agli ottavi, la Francia di Domenech è ad un passo da una clamorosa (ma fino ad un certo punto) eliminazione: questo è il verdetto di Polokwane. Prima di gettare la croce addosso al tanto contestato e bistrattato Commissario Tecnico francese, però, sarebbe meglio concentrare l'attenzione sulla nazionale messicana, che merita solamente tanti complimenti per la splendida gara che ha disputato. Una squadra nel vero senso del termine, tatticamente tra le più preparate del torneo, tra le pochissime a proporre calcio, iniziando sempre e comunque l'azione dalla propria area di rigore, ovvero con i propri difensori, tutti abili ad impostare (il Barcelona di Guardiola nasce lì, o meglio, dal Messico del '06 - il cui stile di gioco è stato fedelmente ripreso da quello attuale - guidato da La Volpe al quale il Pep s'è ispirato). Una compagine davvero piacevole esteticamente da vedere, sempre propositiva, con tutti i giocatori che sanno che cosa fare quando hanno il pallone tra i piedi. Merito soprattutto dell'allenatore, Javier Aguirre, che aveva peraltro guidato già un ottimo Messico (quello del 2002), in grado di disporre il proprio undici in modo intelligente, con un atteggiamento offensivo ed equilibrato al mismo tiempo. Un Aguirre rivelatosi bravissimo a cambiare le carte in tavola a partita in corso, come quando - leggendo come meglio non poteva il momento della partita - ha tolto dal campo l'interno destro di centrocampo Efraín Juárez per inserire Chicharito Hernández, passando quindi da un 4-3-3 ad un 4-4-2 spregiudicato che in realtà era più un 4-2-4. Una scelta temeraria che ha pagato, perchè rischiare spesso porta al successo.
Apparentemente, almeno in partenza, è la Francia a fare la partita, attesa al varco dal Messico che la impallina in contropiede e che sembra prediligere proprio le ripartenze per far male ai transalpini. Con il passare dei minuti però le idee di Ribery e compagni svaniscono completamente ed il Messico comincia ad essere padrone anche del gioco. Diverse le opportunità create dalla Trì, che deve aspettare però il 64' per passare in vantaggio: lancio d'esterno delizioso di Rafa Márquez per il subentrato Javier Hernández, che taglia da destra verso sinistra e viene incredibilmente tenuto in gioco (seppur di pochissimo) dalla retroguardia francese: il neo-acquisto del Manchester United ringrazia, salta il povero Lloris e deposita comodamente in rete a porta sguarnita. Trascorrono 15 minuti ed è l'immortale Cuauhtémoc Blanco, fedelissimo del tecnico ed entrato al posto del Guille Franco, a trasformare un calcio di rigore procurato dal 22enne Barrera, steso (sebbene sia stato lui il primo a cercare il contatto) in area da Abidal in seguito ad un'ottima iniziativa personale. Terzo gol in altrettante edizioni dei Mondiali per il 37enne inventore del celebre "salto della rana".
I "Galletti" non hanno la lucidità nè la grinta necessaria per recuperare e rischiano così mestamente di salutare il Sudafrica al termine della prossima giornata della Fase a Gironi. Un tonfo però non del tutto inaspettato per un gruppo affatto coeso, ma anzi dilaniato dai dissidi interni alla squadra, con diversi giocatori che sembrano remare contro il discutibilissimo C.T. che comunque rimane inevitabilmente il principale responsabile di questo fiasco. Non c'è nulla da salvare nel mandato di Domenech, se si eccettua quelle tre partite ben giocate (perchè di più non furono) che portarono la Francia a giocarsi ai rigori il titolo di Campione del Mondo ed in parte le Qualificazioni che portarono ad EURO 2008. Ecco, il punto è proprio questo: l'Europeo! Raymond andava esonerato dopo la disastrosa spedizione in Austria e Svizzera. Lì doveva terminare la sua esperienza sulla panchina francese. Ed invece la Federazione, non si sa bene per quale motivo, ha deciso di andare avanti, nonostante ormai nessun giocatore sopportasse più l'ex attore teatrale, che aveva ormai perso letteralmente la fiducia da parte dei suoi stessi giocatori. Le folli convocazioni, le eccellenti esclusioni (dove sono, giusto per citare i due casi più clamorosi, Nasri e Benzema?), scelte tecniche (dall'inizio e in corsa) al limite del manicomio (vedi Abidal centrale e Govou titolare pressochè fisso): tutto ciò, cara Federazione Francese, non poteva essere evitato? Gli errori si pagano. Nel calcio, così come nella vita.
ALBERTO FARINONE
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Per la serie nel calcio non si butta mai niente, anche il Messico, dopo l’Uruguay e la riscoperta del numero 10 dietro i due attaccanti, ha fatto vedere una “vecchia” novità: il centromediano metodista.
A svolgere questo ruolo, di copertura, chiusura spazi difensivi e allo stesso tempo di impostazione della manovra e appoggio alle mezzeali, Rafa Marquez è perfettamente adatto. Contro la Francia ha controllato Ribery e ha chiuso gli spazi non coperti da Osorio quando saliva ed è stato il primo a giocare la palla, aiutato nella costruzione della manovra dal regista della squadra, Torrado, spostato leggermente sulla destra ad irretire Abou Diaby. Un metodista vero e proprio con le caratteristiche di Marquez non ne vedo tanti nel mondo, non lo è purtroppo De Rossi perché non riesce ad aprire gli spazi come fa il messicano e non può esserlo Montolivo perché troppo mezzala per saper gestire la presenza negli spazi difensivi. Il gioco con due mediani ha fatto scomparire questo tipo di calciatori che, se in giornata, possono spostare i valori di una partita. Marquez ha fermato ogni azione pericolosa di Ribery palla al piede ed ha servito la palla ad Hernandez per l’1-0. Più decisivo di così.
JVAN SICA
A svolgere questo ruolo, di copertura, chiusura spazi difensivi e allo stesso tempo di impostazione della manovra e appoggio alle mezzeali, Rafa Marquez è perfettamente adatto. Contro la Francia ha controllato Ribery e ha chiuso gli spazi non coperti da Osorio quando saliva ed è stato il primo a giocare la palla, aiutato nella costruzione della manovra dal regista della squadra, Torrado, spostato leggermente sulla destra ad irretire Abou Diaby. Un metodista vero e proprio con le caratteristiche di Marquez non ne vedo tanti nel mondo, non lo è purtroppo De Rossi perché non riesce ad aprire gli spazi come fa il messicano e non può esserlo Montolivo perché troppo mezzala per saper gestire la presenza negli spazi difensivi. Il gioco con due mediani ha fatto scomparire questo tipo di calciatori che, se in giornata, possono spostare i valori di una partita. Marquez ha fermato ogni azione pericolosa di Ribery palla al piede ed ha servito la palla ad Hernandez per l’1-0. Più decisivo di così.
JVAN SICA
La vicenda Domenech mi ha sempre fatto venire in mente la quasi parallela esperienza di Voller sulla panchina tedesca. Finalista ai Mondiali 2002, ed eliminato a sorpresa nella prima fase dell'Europeo in Portogallo. In quel caso fu lui a dimettersi, ma penso che lo avrebbero cacciato lo stesso. Ma comunque. Il punto è che questo presunto ct non solo non ha idee decenti, ma quelle poche che ha sono addirittura folli: far giocare Ribery al centro, invece che sulle fasce, vuol dire non capire un H di calcio.
RispondiEliminaTommaso.
a me Abidal centrale tutto mi sembra tranne una scelta al limite del manicomio. soprattutto pensando all'abbondanza di terzini sinistri. abbondanza che al centro al momento non c'è.
RispondiEliminagli errori sono stati ben altri.
KUBALA
della Francia salvo solo Toulalan, ottimo giocatore, tatticamente bravissimo, e senza quella presunzione tipica dei francesi vista in molti giocatori in questa spedizione mondiale
RispondiEliminamarkovic
Zero squadra, zero idee, zero zero zero... E un tecnico del tutto incapace che oltretutto non ha neppure la fiducia dei suoi uomini: il fallimento era arrivato già a Dicembre. Il fallimento in questa fase finale era annunciato.
RispondiEliminaIo dò tantissime colpe alla Federazione francese: era chiarissimo che Domenech andava cacciato dopo la partita contro l'Irlanda. La qualificazione era arrivata per dono divino e basta. Questo non risolveva tutto, ma almeno si provava a giocare un Mondiale mostrando qualcosa, non una squadra allo sbando.
"Impostori" titola L'Equipe: i francesi ci vanno durissimo da mesi e sono d'accordo. La Federazione che fa? Dorme totalmente.
Spero che Blanc riesca a far crescere qualcosa, a ridare un gioco: obiettivamente, i giocatori per vincere non ci sono, ma non è nemmeno una squadra (specialmente portando in Sudafrica qualche escluso che meritava) da eliminazione al primo turno (o peggio, da non qualificazione).
Di certo fa paura un dato: i primi due tornei senza Zidane sono chiusi con due pessime eliminazioni ai gironi (questa io la dò per quasi certa). Preoccupante.
Della Francia avete detto tutto, il Messico invece mi ha sorpreso. Non perchè non lo credessi capace di battere la Francia e non lo stimassi (anzi, adoro il loro modo di interpretare il gioco), ma perchè ha dimostrato di saper fare la partita su ritmi più alti. Io temevo per il Messico i ritmi alti, per loro abitudine storica e anche per quanto mi avevano fatto pensare le amichevoli (tipo quella dell'Olanda), invece alla fine il Messico l'ha spuntata facendo leva anche sull'intensità, complice ovviamente la disorganizzazione della Francia.
RispondiEliminaHo notato qualche modifica rispetto al Messico dell'esordio: stavolta Marquez (naturalmente sposo le lodi di Jvan) più definito come centrocampista. Si è visto molto meno il meccanismo con lui che retrocede e la difesa a tre ad inizio azione, questo perchè non c'era Aguilar a destra, che gioca molto più avanzato di Osorio. Forse Aguirre ha scelto Osorio per avere più copertura nella zona di Malouda. Dall'altra parte Salcido ha invece letteralmente volato.
Comunque Aguilar resta la mia prima scelta per la fascia destra, perchè Efrain Juarez come principale esterno non mi convince. A me piace molto il suo dinamismo e il movimento senza palla, però lui diventa un fattore di superiorità sulla fascia solo quando ha altri due giocatori da accompagnare, coi quali scambiarsi le posizioni e creare spazi. Una bella catena di fascia, con Juarez sul centro-destra, come quella vista nel primo tempo dell'esordio e nelle amichevoli.
Se invece Juarez lo metti come esterno fisso, se carichi il gioco esterno su di lui e lo obblighi a portare palla, ho la sensazione che diventi un giocatore molto più modesto.
Altra novità rispetto all'esordio è stata la disposizione degli attaccanti molto più stretta. Il Messico ieri ha cercato come alternativa il lancio per la torre di Franco e anche il passaggio filtrante alle spalle della difesa francese (che spesso usciva alta, coi tempi sbagliati). E hanno funzionato entrambe, perchè Vela e Giovani attaccavano lo spazio benone e perchè Guille Franco come boa si è espresso anch'egli su livelli apprezzabili (continuo a rivendicare l'utilità di questo bradipo che la porta non la vede nemmeno col cannocchiale).
Continua a mancare cattiveria negli ultimi metri, questo è un grave handicap che probabilmente non farà fare troppa strada, ma è un piacere vedere questo Messico di una ricchezza tattica sontuosa.
Puntualizzo: ovviamente Juarez non ha giocato come esterno fisso ieri, però lo ha fatto nel secondo tempo con il Sudafrica oltre che in alcuni frangenti nelle amichevoli, e l'assenza di Aguilar toglie profondità sulla destra.
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