sabato 19 giugno 2010

Olanda-Giappone 1-0: Sneijder 8' s.t..


OLANDA (4-2-3-1): Stekelenburg, Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst, Van Bommel, De Jong, Kuyt, Sneijder (dal 38' s.t. Afellay), Van der Vaart (dal 27' s.t. Elia), Van Persie (dal 43' s.t. Huntelaar). (16 Vorm, 22 Boschker, 12 Boulahrouz, 13 Ooijer, 15 Braafheid, 14 De Zeeuw, 18 Shaars, 11 Robben, 19 Babel). All. Van Marwijk.

GIAPPONE (4-1-4-1): Kawashima, Komano, Nakazawa, Tanaka, Nagatomo, Abe, Matsui (dal 19' s.t. S. Nakamura), Hasebe (dal 32' s.t. Okazaki), Endo, Okubo (dal 32' s.t. Tamada), Honda. (23 Kawaguchi, 1 Narazaki, 6 Uchida, 13 Iwamasa, 15 Konno, 14 K. Nakamura, 20 Inamoto, 19 Morimoto, 12 Yano). All. Okada.

ARBITRO: Baldassi (Arg).

NOTE: Ammonito Van der Wiel per gioco falloso. Angoli: 5 a 4 per il Giappone. Recupero: 1' e 3'. Spettatori: 60 mila circa.

Minuto 36: primo tiro in porta del Giappone. Minuto 45: primo tiro in porta dell’Olanda. Esistono modi migliori per sprecare tre quarti d’ora della propria vita. Giappone ultra-coperto, Olanda sotto ritmo, sempre. Gli asiatici addormentano la partita, spegnendo sul nascere qualsiasi velleità oranje con un 451 in cui persino la punta, Keisuke Honda, in realtà un trequartista adattato, pressa Van Bommel a metà campo. Ancora una volta gli uomini di Van Marwijk ottengono il massimo risultato con il minimo sforzo. Contro la Danimarca aprì le danze un bizzarro autogol, in questo caso è invece il portiere Kawashima, fuori tempo su un destro potente, ma centrale, di Sneijder, a spianare la squadra all’Olanda. Una compagine, quella arancione, sempre al piccolo trotto, con i quattro davanti che si cercano poco e male (tra Sneijder e Van der Vaart il deficit di comunicazione è evidente, e forse anche voluto) ed un calcio ruminato pieno di passaggi orizzontali o all’indietro. Con i terzini che spingono al minimo sindacale e due esterni più di nome che di fatto (Kuijt volonteroso, Van der Vaart completamente nullo) incapaci di dare profondità, la manovra dell’Olanda è costretta ad infilarsi in un imbuto centrale, dove però Sneijder è sempre circondato da almeno un paio di avversari.
Nel Giappone prova a costruire qualcosa Matsui, che svaria a tutto campo, e giganteggia in difesa Tulio Tanaka, ma l’atteggiamento generale è ai limiti del catenaccio puro. L’inserimento di un fantasista (Nakamura) e di una punta vera (Tamada) non cambia le cose. La partita era stata impostata su un atteggiamento puramente speculativo, difficile invertire la tendenza dopo un’ora abbondante di gioco. Per questo motivo la difesa dell’Olanda, specialmente i due centrali, è al limite del senza voto. Si attendono prove maggiormente impegnative per saggiarne la reale consistenza. Nel frattempo punteggio pieno e zero gol subiti, ma non c’è un solo giocatore che meriti l’applauso.

ALEC CORDOLCINI

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Comunque onore a Confucio. Disciplina, collettivo prima dell’individuo, ognuno al suo posto per garantire l’armonia. Anche il Maestro avrebbe apprezzato questo Giappone, per quasi un’ora rompicapo per un’Olanda ancora una volta bruttina.

Il primo tempo è sonnolento, ma resta interessante vedere come Okada irretisce l’Olanda. Un 4-1-4-1 tutto ripiegato nella metacampo difensiva (scelta pienamente condivisibile dato il divario fra le due squadre e data l’importanza capitale di un pareggio per la classifica del Giappone), ma intensissimo ogni volta che una maglia arancione passa il cerchio di centrocampo. Marcature raddoppiate e triplicate a bizzeffe, pressing forsennato ma nemmeno dispendioso, perché se i giocatori sono vicini c’è da correre di meno per tutti (e non è che sono vicini, sono attaccati come gemelli siamesi; il dispendio semmai è mentale, perché ci vuole sempre la massima concentrazione per mantenere distanze e coperture). Insomma, confermati i pregi della vittoria con il Camerun, ma anche i gravissimi difetti, soprattutto l’impossibilità di distendersi in fase di possesso. Praticamente inutilizzata la metacampo dell’Olanda, perché non ci sono giocatori con quel movimento ad allungare le difese, quel passo e quell’aggressività che possano indurre l’Olanda a guardarsi anche alle spalle. Honda centravanti esemplifica il concetto.
Olanda lenta e asfittica come con la Danimarca: sempre tocchi di troppo già dai primi passaggi in difesa, e ancora cattivo sfruttamento delle corsie laterali. Confermata la bocciatura di Van der Vaart esterno, toglie solo ossigeno a Sneijder. Col Giappone che difende così basso poi oltre alla mancanza di sfoghi esterni incide l’assenza di peso in area avversaria: non sembra la partita ideale per Van Persie prima punta. Comodamente seduto in poltrona favoleggio su un eventuale piano per rompere l’assedio (se vi interessa saperlo, io avrei giocato i seguenti cambi nell’intervallo: fuori un difensore, perché per come gioca il Giappone quattro sono troppi, e dentro Huntelaar, poi dentro anche due animali da linea di fondo, Elia e Robben, al posto di VDV e De Jong), ma in realtà la ricetta di Van Marwijk consiste nel lasciare intatta la squadra e sperare in intenzioni un po’ più cattive negli ultimi metri. Un pizzico di aggressività in più nei movimenti in profondità e nelle sovrapposizioni, poi Sneijder più vicino alla prima punta invece che basso per venirsi a prendere il pallone come nel primo tempo, e il gol che fortunatamente arriva presto grazie alla botta proprio dell’interista e all’intervento goffo di Kawashima (è una vera papera però? Cominciamo a vederne troppe con Jabulani per non insospettirci).
Il Giappone dimostra volontà nella reazione al gol, e ordine anche nello sviluppo della manovra offensiva, ma è spuntato fino all’esasperazione, nonostante Okada si giochi Nakamura Shunsuke (Confucio non lo vuole nell’undici di partenza, gli mancano disciplina e ripiegamenti) e due punte come Tamada (modesto) e Okazaki (fra gli attaccanti disponibili, sembrerebbe quello più figliodibuonadonna negli ultimi metri). Diciamo che con gli spazi, e con Elia e Afellay sguinzagliati negli stessi, si va ben più vicini allo 0-2 che a un improbabile 1-1.

VALENTINO TOLA

1 commento:

  1. Pensavo di scrivere qualcosa dopo aver fatto il pezzo per la Danimarca, ma dopo avervi letto credo non ce ne sia bisogno: farei una fotocopia di quanto scritto da voi.
    Assolutamente d'accordo su tutto, anche se credo sia un match facile da leggere, pure poco intrigante sul piano tattico (oltre che noioso): Giappone che difende in massa, Olanda che mi delude per il non aver apportato delle contromosse dopo il match contro la Danimarca.

    Tra i singoli, mi delude molto Van der Vaart: ok, capisco che dopo un po' subentra la frustrazione e tende ad accentrarsi, ma secondo me non deve farlo andando a pestare i piedi a Snejder, ma deve tagliare qualche metro più avanti, sulla linea di Van Persie... E in questo caso, Robin deve essere intelligente a non muoversi soltanto sul centro-sinistra.

    Van Marwijk deve dare un equilibrio alla fase offensiva olandese, secondo me troppo sbilanciata sulla sinistra: invece la destra dovrebbe essere utilizzata maggiormente, coinvolgendo di più Van der Wiel.
    Altra modifica che andrebbe fatta: dato che c'è De Jong che sta sempre davanti alla difesa, Van Bommel secondo me qualche puntata per inserirsi un po' di più la potrebbe fare, anche per accompagnare maggiormente il gioco perchè lui ha fisico e comunque non è certo disprezzabile col piede.
    E poi bisogna far girare velocemente questo pallone: queste prime due partite hanno dimostrato che difendersi molto annulla la fase offensiva dell'Olanda, proprio perchè l'azione è lenta.

    Sul gol dell'1-0, secondo il pallone non ha giri particolari (nei replay osservavo proprio quello), quindi sbaglia il portiere: certo, giocare con qualcosa di meglio con questo SuperTele sarebbe meglio per tutti, per chi guarda e anche per chi gioca (che ormai teme il pallone per qualsiasi cosa!).

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