sabato 19 giugno 2010

Camerun-Danimarca 1-2: nel pt 10' Eto'o, 34' Bendtner; nel st 16' Rommedahl



CAMERUN (4-3-3): Souleymanou; M'bia, N'Koulou, Bassong (28' st Idrissou), Assou-Ekotto; Geremi, Enoh (1' st Makoun), A. Song; Eto'o, Webo (34' st Aboubacar), Emana. (Kameni, Assembe, R. Song, Bong, Chedjou, N'guemo, Matip, Mandjeck, Choupo Moting). All.: Le Guen.

DANIMARCA (4-3-3): Sorensen; Jacobsen, Kjaer, Agger, S. Poulsen; Gronkjaer (22' st Kahlenberg), C. Poulsen, Jorgensen (1' st Jensen); Rommedahl, Tomasson (41' st J. Poulsen), Bendtner. (Andersen, Christiansen, Kroldrup, Mtiliga, Kvist, Larsen, Enevoldsen, Eriksen, Beckmann). All.: Olsen.

ARBITRO: Larrionda (Uru).

NOTE: ammoniti: Bassong, M'bia, Kjaer per gioco falloso. Angoli: 7 a 2 per il Camerun. Recupero: 1' e 3'. Spettatori: 40 mila circa.


La Danimarca supera l’ostacolo più folle di questi Mondiali 2010 e marcia verso gli ottavi di finale, da conquistare nello scontro diretto contro il Giappone, una specie di dentro/fuori anticipato: il match di Pretoria regala infatti i primi verdetti matematici di questi Mondiali, con l’Olanda che è la prima squadra ad essere qualificata agli ottavi di finale e il Camerun che allo stesso tempo è la prima Nazionale ad essere eliminata.

Nella partita regna un gran ritmo ma anche una grande confusione tecnica e tattica. Ricordando la Danimarca solida e organizzata vista fin qui (anche contro l’Olanda nel primo match del girone), è semplice attribuire questa confusione tattica al Camerun, che gioca con grande cuore ma anche senza un filo logico, con di fatto un solo giocatore polifunzionale (Alex Song) e tutti gli altri che appaiono monofunzionali, ovvero deputati o a difendere o ad attaccare, spaccando di fatto in due la squadra e creando ampie voragini a centrocampo: un tecnico ben pagato come Le Guen sarebbe tenuto anche a presentare qualcosa di più organizzato all’interno del campo e non a puntare semplicemente sulla forza e sull’estro dei propri giocatori, ma di fatto questa è la situazione attuale dei Leoni Indomabili, che hanno elementi di tutto rispetto ma che non sono squadra.

Questa prestazione è comunque decisamente più vitale rispetto a quella vista contro il Giappone, perché i giocatori sono apparsi molto carichi e ci hanno messo molta volontà, spingendo continuamente dal primo minuto puntando sulla forza fisica ma anche un po’ troppo sull’individualismo degli elementi offensivi, tutti un po’ anarchici nei movimenti. I camerunensi hanno però sempre portato tanti uomini in avanti (non rare le azioni offensive in cui erano ben cinque gli elementi in area di rigore), un atteggiamento che ha creato molti problemi alla difesa della Danimarca, apparsa molto meno solida rispetto al match contro l’Olanda soprattutto perché attaccata in un modo particolare: i danesi si sono trovati a coprire su molti uomini e in alcuni frangenti non ci hanno capito nulla, commettendo degli errori insoliti come la leggerezza di Christian Poulsen che ha regalato ad Eto’o il gol del vantaggio e come gli altri due sbandamenti visti nel finale di tempo che potevano riportare i camerunensi in vantaggio (palo di Eto’o e conclusione sbagliata da Emana). L’impressione però è che questi errori dipendano molto dall’anarchia offensiva camerunense e che con una squadra dalla fase offensiva più “abituale” la squadra danese possa tornare a difendere come al solito.

Dopo le scelte scellerate del primo match, Le Guen ripropone Eto’o in posizione da punta vera e Alex Song in mediana, schierando un modulo che finisce per essere immediatamente un 4-3-1-2: probabilmente nelle idee Emana dovrebbe partire sulla sinistra, ma di fatto tende sempre ad accentrarsi e alla lunga rimane alle spalle delle due punte, con M’Bia che però ancora viene confermato come terzino destro (assolutamente fuori ruolo). Il Camerun attacca con forza e determinazione per tutto il match, portando avanti tanti uomini ma anche in modo sconclusionato: come detto, spesso sono tanti gli uomini che attaccano la difesa avversaria, ma molto spesso lo fanno con scarso movimento senza palla, il che mette in difficoltà la Danimarca ma porta la squadra a non quantificare gli sforzi, a tanti sprechi (oltre a qualche finalizzazione davvero pessima, in particolare di un Webo disastroso a questi Mondiali).

La Danimarca torna al 4-2-3-1 più vicino all’undici tipo, con Tomasson che parte alle spalle di Nicklas Bendtner, grande protagonista della partita perché (nonostante qualche errore poco razionale) manda continuamente in affanno Bassong, segna il gol dell’1-1 e con un’apertura davvero insolita (gran tocco a sventagliare verso la destra) dà il là all’azione del 2-1, realizzato da un Dennis Rommedahl in grande forma, apparso pungente sulla corsia dal primo all’ultimo minuto. In un match così strano in cui era davvero difficile mantenere una certa solidità contro una squadra strana come il Camerun, la Danimarca dà la risposta importantissima che in tanti attendevano, dimostrando di essere vivace in fase offensiva (dopo il secondo tempo del tutto spento contro l’Olanda): considerando che nei prossimi match si dovrebbe rivedere una squadra molto organizzata e più lucida nei movimenti difensivi, una fase offensiva così vivace e funzionale rende i danesi molto pericolosi nei match dentro/fuori. Danimarca allora favorita contro il Giappone e da non sottovalutare assolutamente.

SILVIO DI FEDE

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AL TERMINE DEL PING PONG PER IL CAMERUN E' SUONATO IL...SONG FINALE!

La gara più elettrica del mondiale (nettamente la più divertente e ricca di occasioni da rete da ambo le parti in questo scorcio di mondiale) annulla definitivamente le possibilità di accedere agli ottavi ad un Camerun dal rendimento inversamente proporzionale al potenziale.
Arsenal, Tottenham, Lione, Inter, Marsiglia, Schalke, Ajax, Monaco, Mallorca, Lille, Espanyol, sono alcune delle squadre (ho citato le più importanti) dove giocano con regolarità, e spesso facendo la differenza, alcuni dei 23 Lions Indomptables aggregati a questa rassegna mondiale da Paul Le Guen, ex difensore centrale di Brest, Nantes e PSG con all'attivo tre campionati consecutivi vinti alla guida dell'Olympique Lyonnaise dell' epopea della prima decade degli anni 2000.
Un Le Guen confuso, che dopo la pessima Coppa d'Africa chiusasi anzitempo ai quarti di finale, apre la porta d'uscita dal mondiale al Camerun dopo appena due gare garantendosi così il record di essere la prima nazionale eliminata da questo mondiale.
Moduli apparentemente speculari, due 4-3-3 che per gli africani è di fatto un 4-3-1-2 con Emana falso esterno alto di sinistra, ma in realtà sempre incombente dietro alle due punte Eto'o (centrale come da lui richiesto) e Webo. Alexandre Song si riappropria della mediana con ai lati Eyong Enoh ed il redivivo Geremi Nijtap, centrocampista di destra. Coppia difensiva centrale confermata con l' "inglese" Bassong ed il "francese" N'Koulou mentre il terzino destro continua ad essere l'adattato M'bia che nell'OM gioca da centrale accompagnando il senegalese Souleymane Diawara dopo essere scalato indietro dalla mediana (suo ruolo originario), su espressa volontà di Deschamps.
Danimarca più offensiva sulla carta, rispetto all'abbottonato 4-4-1-1 dell'esordio contro lo spauracchio Olanda con qualche variazione nell'undici di partenza.
L'incontro inizia immediatamente a ritmi elevati e dopo poco inizieranno le occasioni (che fioccheranno poi per tutto il match) fino al gol di Eto'o lesto nello smarcarsi e ricevere palla in area da Webo che recupera il cuoio dopo una leggerezza madornale di C. Poulsen, il quale "no look" smista un passaggio laterale senza accorgersi del forcing camerunense, fornendo quindi un assist su un piatto d'argento che il "maiorchino" sfrutta a dovere liberando Eto'o per la battuta a rete.
La gara si infiamma e le due squadre paiono giocare a rimpiattino con azioni travolgenti da una parte e dall'altra fino al prodigioso gol danese frutto di un contropiede chirurgico e finalizzato con tre tocchi: lancio di 40 metri spettacolarmente preciso di Agger, Rommedahl prende d'infilata Assou-Ekotto sulla destra e dopo il controllo perfetto crossa a mezz'altezza a centro area dove si fionda Bendtner per ribadire a rete con un tape-in in spaccata. Grande azione, grande spettacolo. Show che continua e che regala un pirotecnico finale di tempo che vede un tambureggiare di emozioni ed occasioni in soli 2 minuti: prima la Danimarca si divora il due a uno, poi in successione in due ribaltamenti Eto'o colpisce il palo alla destra di Sorensen e in seguito ad un'altra veloce ripartenza Emana si esibisce in uno slalom personale finendo per concludere centralmente in bocca al portiere dello Stoke City.
La ripresa vedrà una serie di occasioni del Camerun, tutte mal finalizzate prima del raddoppio di Rommedahl sull'ennesima audace salita di Assou-Ekotto (un colabrodo nella copertura della fascia, tutta la sera assaltato da Rommedahl) punita dalla ripartenza danese che coglierà impreparato Makoun in fase di contrasto all'ala dell'Ajax, che dopo un comodo dribbling fulmina Hamidou.
Altre occasioni sprecate dai verdi, un duetto Rommedahl-Tomasson mal finalizzato dal giocatore del Feyenoord e poi la sfuriata finale degli africani che non produrrà effetti se non quello di ritrovarsi con l'ignominiosa etichetta di prima squadra sulle 32 presenti a dover gettare la spugna anzitempo.
Il Camerun lascia l'impressione di grande incompiuta ed i passi avanti leciti da aspettarsi dopo la penosa esibizione in Coppa d'Africa sono anzi stati passi a regredire. Confusione nei ruoli, scelta dell'undici titolare discutibile sia col Giappone, sia con la Danimarca (un po' meglio), organizzazione difensiva deficitaria con la coppia centrale scoordinata, M'bia fuori posto e Assou-Ekotto eccessivamente offensivo e senza la necessaria protezione (mediante diagonali o movimenti a scalare) sulle troppe scorribande. Centrocampo che spesso ha lasciato troppo spazio tra la linea difensiva e la mediana fratturando così i due reparti. Non di rado si è vista la Danimarca presentarsi con troppa facilità davanti alla difesa schierata del Camerun senza la minima opposizione. Alexandre Song ha dettato i tempi nel cuore del centrocampo ma troppo bloccato come campo d'azione nel doppio ruolo di recuperatore-creatore con al fianco due portatori di borracce come Enoh e Geremi che non hanno nelle corde la costruzione ma che stasera si sono fatti spesso trovare impreparati anche in fase di transizione passiva lasciando in balia degli avversari una difesa spesso priva del cursore Assou-Ekotto colpevolmente alla ricerca di gloria offensiva. Arretrare Emana a sinistra ed iniziare con Matip a destra, magari ridisegnando un 4-4-2 che prevedesse A.Song ed Enoh in mezzo non poteva risultare uno scacchiere più omogeneo?. Invece si è voluto puntare sullo spunto e la vivacità di un Emana di certo destabilizzante per la sua capacità di dribbling, corsa, incursioni e uomo assist negli ultimi metri, atteggiamento che si è rivelato un boomerang con l'intasamento degli ultimi 30 metri con fin troppi giocatori, e con i cambi la situazione, se possibile, è ancor di più peggiorata. E' pur vero poi, che il Dio pallone ha privato di gioia l'assalto confuso ma comunque produttivo in fatto di occasioni da rete, ma questo è un altro discorso, e si sa che senza un briciolo di fortuna (e di mira sotto porta) non si va da nessuna parte. E con le occasioni sprecate rimangono anche i rimpianti...

VOJVODA

4 commenti:

  1. Anch'io vedo nettamente favorita la Danimarca: sono un fan dell'organizzazione dei samurai, ma la Danimarca non è da meno in questo e in tutto il resto è chiaramente superiore: come talento offensivo, come fisicità, come esperienza... però il Giappone parte avvantaggiato dalla differenza-reti,potrà speculare sul risultato e sicuramente presenterà un blocco moooolto più coeso di quello camerunese...

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  2. ma certo, piazzeranno Confucio play basso a protezione della difesa

    markovic

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  3. Ridi ridi, il football confuciano (Giappone, Corea del Sud, anche la Corea del Nord nonostante quella leggerissima patina di totalitarismo comunista... poi anche in Cina fra un miliardo e trecentomila prima o poi troveranno anche qualcuno che gioca a calcio) presto o tardi dominerà il mondo!

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  4. Sinceramente, la gara non mi ha entusiasmato. Vero, si è corso molto e ci sono state occasioni ed emozioni, ma soprattutto per demeriti dei 22 in campo e dei loro allenatori. Tatticamente, il Camerun ha giocato una gara insulsa, subendo il primo gol in contropiede quando vinceva 1-0. La dinamica mi è sembrata pazzesca, con la difesa africana schierata in modo ignobile: Assou Ekotto (ignobile in copertura) che, su un lancio da dietro di Kjaer (almeno 40 metri...), lascia Rommedahl (bravo. Avevo scritto che era bollito: mi sbagliavo) libero di scattare, controllare a seguire e crossare radente al centro dove Bendtner (eccellente. Si è sacrificato anche per un Tomasson che sulla trequarti non si è mai proposto in copertura), quasi incontrastato, può insaccare in spaccata (Siamo all'anticalcio, tatticamente! Lo ripeto: il Camerun vinceva 1-0! Come si fa a farsi sorprendere così sbilanciati!?). Tutta la gara è stata in realtà una sagra degli e(o)rrori. Cristian Poulsen, persino al di là dello sbaglio parrocchiale che ha causato il gol di Eto'o ha fallito passaggi su passaggi, risultando impalpabile anche nella sola cosa che sa fare benissimo: l'interdizione (e lo stesso Jorgensen non è che mi sia piaciuto molto in questa fase). Dietro, bene Kjaer, ma di Agger e dell'altro Poulsen non si può certo dire altrettanto. Svirgolate, errori di posizione, entrate insensate... dove fosse finita la difesa organizzata di Olsen non si sa proprio. Il Camerun ha giocato in totale anarchia. Escluso Song, almeno parzialmente (Ieri ha regalato anche alcune aperture da reuccio del centrocampo ma non sempre mi ha convinto nella copertura di una difesa di burro, dove pure è fortissimo), gli altri sembravano solo correre dietro la palla, senza tenere minimamente la posizione. Sembravano, in pratica, tanti Emana: giocatore dotato e straripante nelle giornate di vena (coniuga muscolarità e tecnica) ma tendenzialmente dispersivo e, soprattutto, poco intelligente nel leggere la partita (in questo senso, è incollocabile alle spalle delle punte e deve piuttosto essere proposto sugli esterni, o almeno partire da essi per poi accentrarsi). Nel delirio finale, "geniale" la mossa di Le Guen, che ha inserito Idrissou, una prima punta di piede destro, a giocare largo a sinistra. Risultato? Idrissou non saltava mai l'uomo, non lo puntava neanche e tendeva ad accentrarsi intasando ancora di più l'area danese (arrivando peraltro sempre un pò in ritardo sulle palle dove poteva far valere centimetri e peso). Serata amara per il povero Eto'o tronato ad agire centralmente. Forse non ha brillato ma è stato comunque abbastanza incisivo (un gol e un palo). Interessante Aboubakar, il solo proveniente dal campionato camerunense. Ha solo 18 anni e tatticamente è ancora grezzo (strano...) ma ha estro e colpi notevoli. Il Valenciennes che lo ha acquistato il mese scorso, potrebbe aver fatto un ottimo affare.
    Marcello

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