mercoledì 7 luglio 2010

Germania-Spagna 0-1: Puyol 28' s.t.


GERMANIA (4-4-2): Neuer; Lahm, Mertesacker, Friedrich, Boateng (dal 7’ s.t. Jansen); Trochowski (dal 17’ s.t. Kroos), Khedira (dal 35’ s.t. Gomez), Schweinsteiger, Podolski; Ozil, Klose. (Wiese, Butt, Badstuber, Marin, Aogo, Tasci, Kiessling, Cacau). All. Loew.

SPAGNA (4-1-4-1): Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Puyol, Capdevila; Busquets; Iniesta, Xavi, Xabi Alonso (dal 47’ s.t. Marchena), Pedro (dal 40’ s.t. Silva); Villa (dal 36’ s.t. Fernando Torres).(Reina, Valdes, Albiol, Arbeloa, Martinez, Navas, Fabregas, Llorente). All. Del Bosque.

ARBITRO: Kassai (Ung).

NOTE: spettatori 60.960. Nessun cartellino. Angoli 6-6. Recupero 1’ p.t., 3’ s.t.


La squadra che ha mostrato le cose migliori in tutto il mondiale esce contro la squadra che ha invece praticato il miglior calcio in questa singola semifinale. La differenza? Maturità e qualità. Tutti sapevano, tedeschi compresi, che, almeno in questo momento, la Spagna poteva contare su un organico superiore; la forza della Germania doveva essere invece il collettivo, dimostratosi sicuramente superiore a quello spagnolo nelle gare precedenti. È mancata però la maturità per l’appunto, che verrà con l’esperienza: questa Germania è giovane ed è perciò preventivabile che fra due e quattro anni possa riproporre lo stesso calcio che ha sepolto sotto otto gol Inghilterra e Argentina (non roba da tutti i mondiali), ma con maggiore personalità e continuità anche nelle gare più calde.
La Spagna invece è stata la prima Spagna veramente all’altezza di tutto il mondiale. Lasciando da parte le discussioni oziose sul se sia bello o no il tipo di calcio che gioca (al sottoscritto quando fatto bene piace molto), e ricordando che giudizio estetico e giudizio tecnico vanno sempre rigorosamente separati, bisogna riconoscere che le Furie Rosse ieri hanno tenuto il campo benissimo, hanno fatto la partita minimizzando al contempo i rischi e hanno ottenuto un giusto premio per quanto visto nei novanta minuti. Hanno giocato da grande squadra. Se hanno anche giocato da squadra bella, lo lascio giudicare a voi.

Già in avvio si nota una Germania meno spigliata e una Spagna più comoda, ma gli iberici non eliminano il problema dei troppi giocatori bassi a inizio azione. Due se non tre che si avvicinano alla difesa, Piqué continua a non avere gli stessi margini di manovra che ha nel Barça per spingere in avanti la squadra. Però c’è una differenza rispetto alle scorse partite: la Spagna gioca con un attaccante in meno (Torres), e un centrocampista in più (Pedro).
Vedendo la formazione prima del fischio d’avvio, si pensa a un Pedro come al solito ala pura, magari per tenere basso Lahm. Il blaugrana invece parte sì a sinistra, ma presto comincia a scambiarsi con Iniesta, e comunque la sua interpretazione si avvicina più a quella di una mezzapunta, di un falso esterno, che di un’ala: più un Silva che un Pedro. Così se è vero che la Spagna mantiene troppi giocatori bassi a inizio azione, è anche vero che guadagna un appoggio in più fra le linee. Se a questo aggiungiamo che una delle cose meno convincenti della Germania in questo mondiale è stata proprio la distanza fra difesa e centrocampo, la Spagna trova la zona a partire dalla quale controllare il gioco.
Özil e Klose non pressano, attendono anche perché gli spagnoli sono in superiorità nella propria metacampo e quindi lì possono far girare il pallone; dove sbaglia la Germania è successivamente, nell’accorciare fra difesa e centrocampo, troppo titubante e passiva. Va detto comunque che questa chiave-tattica non produce occasioni in serie per la Spagna (una ghiottissima per Villa a tu per tu con Neuer al 5’, che nasce proprio dalla situazione esposta: Pedro riceve fra le linee e verticalizza per Villa, che a quel punto in rapidità è avvantaggiato rispetto a Friedrich e Mertesacker; poi c’è anche un colpo di testa sottomisura di Puyol su schema da calcio d’angolo all’11’): i troppi giocatori bassi a inizio azione significano meno opzioni di finalizzazione nei pressi dell’area avversaria, logico; però alla Spagna è consentito di “riposare” sulla trequarti, e da lì, a partire dalla superiorità nel centro della metacampo, creare gli spazi per mandare avanti i terzini, salire in blocco e poi dalle mezzepunte tornare a servire il “trivote” Xavi-Busquets e Xabi Alonso, che con la Germania che fatica ad accorciare stavolta può agire maggiormente fronte alla porta, organizzare e e dettare i tempi. A quel punto la Germania è troppo schiacciata dietro, e la Spagna favorita anche nel recuperare il pallone subito, lontano dalla porta di Casillas. Sempre ben schierate a palla persa le Furie.

Una Germania intimorita e irriconoscibile per quanto risulta irrigidita. In questo mondiale il valore aggiunto dei tedeschi è sempre risieduto nella capacità di aprire spazi in fase offensiva con una costante mobilità dal centrocampo, tagli, controtagli e sovrapposizioni che coinvolgevano tutti i giocatori.
Due esterni molto alti a centrocampo, quattro giocatori minimo oltre la linea della palla, i due centrocampisti centrali mai sulla stessa linea in fase di possesso: Schweinsteiger iniziava l’azione davanti alla difesa, mentre Khedira attaccava gli spazi aperti dai movimenti incontro al portatore compiuti a turno dai due attaccanti. Poi c’era Özil che spesso si defilava a destra, chiamava fuori un centrale avversario e da lì creava superiorità numerica con le sovrapposizioni di Lahm e i magnifici tempi di inserimento di Müller. Già, Thomas Müller: sicuramente un’assenza pesante, ma non si può dare la colpa solo a Trochowski (ma comunque, perché non Marko Marin? Posto che già Trochowki non ha i movimenti di Müller, perché non giocarti allora il dribblatore del Werder?).
Tutta la Germania di questa semifinale ha ripiegato su un 4-4-2 troppo banalizzato, del tutto privo di quella dinamica spettacolare delle precedenti partite, coi centrocampisti centrali bloccati, probabilmente per non restare scoperti a palla persa, e l’azione troppo lineare e accidentata. Era piaciuta della Germania la capacità di sapersi creare da sola gli spazi, collettivamente, come nessun’altra squadra in questo mondiale: in quest’occasione invece è dipesa totalmente da azioni isolate, e da qualche palla persa pericolosamente dalla Spagna.
Palle perse peraltro rarissime, ed è qui che gli uomini di Del Bosque hanno cominciato a vincere la partita: controllando dall’inizio alla fine le zone di campo dove perdevano il pallone, controllando costantemente i ritmi, non rischiando mai nel mentre che cercavano di avvicinarsi a Neuer. L’uso sapiente della sfera da parte spagnola ha quasi sempre costretto i tedeschi a ricominciare dalle retrovie la loro azione, con Mertesacker e Friedrich troppo macchinosi nell’avviare l’azione, peraltro prontamente ostacolati dai movimenti ad accorciare sia di Villa che del centrocampista che a turno (Xabi Alonso o Xavi) si alzava per pressare. La Germania ha scelto consapevolmente di giocare d’attesa nella propria metacampo, e ci stava (anche perché è meglio non concedere la profondità a Villa contro centrali con quelle caratteristiche), ma non è mai riuscita a passare allla seconda parte del piano, a rilanciare l’azione.

Rispetto alle gare precedenti, quello della Spagna non è stato un possesso-palla impotente, ma un mezzo per controllare la gara e porre le premesse anche dell’equilibrio difensivo. Quello che dovrebbe sempre perseguire questa nazionale. Comunque, è una Spagna che continua a difettare di presenza (che è diversa dal “peso”) negli ultimi metri. Xavi, Xabi e Busquets giocano di fronte, sì, Xabi può esibire anche i suoi strepitosi cambi di gioco, ma quando Ramos li raccoglie dalla fascia opposta i suoi cross trovano Villa e a malapena un altro cristiano in area avversaria. Anche per Xavi è sicuramente un bene poter vedere subito davanti a sè le opportunità di verticalizzazione, però se ne fa poco se l’opzione in profondità è solo una ed è leggibile dall’avversario.
È in ogni caso un primo tempo nel quale a predominare è il rispetto reciproco, naturale in una semifinale mondiale: se per la Germania la prima preoccupazione è non concedere la profondità, per la Spagna è comunque assicurare al massimo tutti i passaggi, evitare perdite, finalizzare con tiri da lontano se l’alternativa è il rischio di un contropiede. Uno riesce a costruirlo comunque la Germania, al 31’, con un sinistro di Trochowski (troppo spazio a disposizione, i centrocampisti spagnoli ripiegano eccessivamente dentro l’area di rigore).
Germania leggermente più aggressiva nel finale del primo tempo, e nel recupero c’è un episodio sul quale i tedeschi possono recriminare: Puyol fallisce l’anticipo su Klose, lascia un buco centralmente, lì parte Özil, che non controlla bene e subisce il ritorno di Ramos. Ritorno che pare falloso, ma l’arbitro non lo sanziona: il fallo sarebbe fuori area, ma nell’interpretazione più rigorosa (a seconda di come si valuta la posizione di Puyol, in procinto di rientrare) sarebbe anche chiara occasione da gol e quindi espulsione per Ramos.

Il meglio la Spagna lo offre nella ripresa: stesso principio, avanzare minimizzando i rischi, ma più intensità, più aggressività. La chiave è sempre Iniesta e Pedro tra le linee, ma ora c’è un maggior accompagnamento delle mezzeali Xabi e Xavi, che con più convinzione si aggiungono alla fase conclusiva o di rifinitura, aumentando i tentativi dal limite dell’area. La Spagna rimane poi molto decisa e puntuale nel pressing alto, e per i primi 20 minuti la Germania fatica ad uscire dalla metacampo.
Due tentativi dal limite firmati Xabi Alonso e Villa, poi un minuto di grande calcio, fra il 57’ e il 58’, che riassume questa maggiore intensità spagnola: Iniesta libera Capdevila in sovrapposizione, al centro per Xabi Alonso, scarico su Pedro, destro violento non trattenuto da Neuer, ancora lì, palla recuperata dalla Spagna, numero di Xabi Alonso che si divincola nello stretto, fa scorrere con la suola e lancia Iniesta sul fondo, pase de la muerte ma clamoroso ritardo di Villa per il tap-in a porta vuota. Il minuto non finisce che subito Pedro ci riprova dal limite dell’area, stavolta di sinistro e di poco a lato. Germania in apnea.
Trochowski ha giocato anche troppo, dentro Kroos al 62’, e proprio il talentuoso Toni al 68’ impegna in una difficile respinta Casillas, al termine della prima grande azione manovrata della Germania, l’unica azione “da Germania” della serata, superiorità sulla fascia sinistra propiziata anche dal positivo ingresso di Jansen, sicuramente più a suo agio di un Boateng parso un po’ goffo nei panni del terzino sinistro.
Ma tocca alla Spagna, dopo aver reclamato un rigore su Ramos (fa bene l’arbitro a lasciar andare), passare, e lo fa nella maniera più inattesa: su calcio d’angolo, contro gli armadi tedeschi. Anche gli armadi però devono marcare, e Puyol non se lo prende nessuno.

La gestione del vantaggio da parte spagnola almeno nell’immediato non è molto convincente: subito a trincerarsi in area di rigore, niente melina, segno di nervosismo. Löw butta dentro Mario Gómez, alla ricerca del gioco aereo, levando Khedira, arretrando in mediana Kroos e spostando Özil a destra (in realtà a tuttocampo). Ma Del Bosque risponde bene, almeno con le prime due sostituzioni: giusto togliere Villa, che non ce la fa più e concede ormai tutta la metacampo ai tedeschi per rilanciare, Torres può allungare la squadra; bene anche Silva per Pedro.
Pedro che all’81’ si segnala per un contropiede indegnamente sprecato: inizialmente solo nella prateria, poi due contro un solo difensore tedesco, non serve Torres e si perde in finte incomprensibili. Non un problema di egoismo per chi conosce la generosità di un ragazzo che è emerso nel grande calcio proprio per la disponibilità ad aiutare le vecchiette ad attraversare la strada. È che Pedrito è fatto proprio così: quando ha molto tempo per pensare col pallone tra i piedi, può capitare che pensi mille cose e finisca col non eseguirne nessuna, che tutto quel frullare di gambe gli faccia smaltire l’orientamento. Comunque una splendida partita per questo Pedro in versione “David Silva”, uno dei fattori tattici decisivi della gara.
David Silva, quello vero, aiuta nel finale, assieme alle gambe fresche di Torres e ad Iniesta, a congelare il pallone e a tenere lontano il pericolo. Iniesta è il migliore in campo (da segnalare anche Xabi Alonso e Piqué-Puyol): lo avevamo già notato contro il Paraguay, Andrés è uno dei pochi giocatori in circolazione in grado di sbilanciare una gara anche quando non sono al 100% della condizione atletica.
L’ultimo cambio di Del Bosque, già visto contro il Portogallo, è inquietante: Marchena per Xabi Alonso, in pieno recupero. Una mossa perfetta per azzoppare la tua squadra: soltanto perché pensi di perdere quel pochettino di tempo, rischi di giocarti gli eventuali supplementari con il centrocampo completamente snaturato. Forse Xabi Alonso non è in grado di giocare quell’ultimo minuto di recupero stringendo i denti e andando a difendere? Marchena ti garantisce di più? Follia, ma comunque indolore.

VALENTINO TOLA

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Nessuna sorpresa: ha vinto la squadra migliore. Tra campo e panchina difficile non notare una sostanziale differenza fra le due contendenti alla finale Mondiale. La sconfitta non leva nulla allo straordinario torneo di Joachim Loew, che ha dovuto giocare la sfida più delicata anche senza Mueller (assenza pesantissima). Il tecnico tedesco ha allenato proponendo idee fino alla fine, inserendo Trochowski poi la classe di Toni Kroos,partendo con Boateng per poi surrogarlo con Jansen, ma nemmeno la solita ottima partita di Schweinsteiger (che stagione favolosa!) è bastata per avere ragione di una squadra le cui individualità sono di altro livello. Epperò Del Bosque (che ancora non mi persuade con quella formazione con troppi centrocampisti centrali e senza le tre punte vere davanti con Villa e Pedro ai lati) ci aggiunge stavolta qualcosa che risulta alla fine essere decisivo: una pressione medio alta che dà molto fastidio a una squadra che sulla linea difensiva ha trattatori di palla modesti come Friedrich, Lahm e Boateng. L'azione non parte mai fluida e le giocate a uno-due tocchi di Schweinsteiger (quando viene innescato nel giro-palla) non possiedono gli automatismi di un impianto di squadra di club (inevitabilmente). La Germania riesce a difendersi bene con il 4411, Ozil si però accende troppo poco spesso e offensivamente i tedeschi creano quasi nulla (Puyol e Piqué due giganti, altra enorme differenza individuale tra le due squadre). Curioso poi che la partita venga decisa da un calcio piazzato... ma a favore della Spagna, con i "cristoni" teutonici smarriti nella difesa a zona sul calcio d'angolo che si perde Carles Puyol. Del Bosque, dopo il disastro turco (al Besiktas) e l'inattività forzata, dimostra di essere un grande gestore di campioni, anche se la radice del calcio delle Furie Rosse è marcatamente Blau-Grana...

CARLO PIZZIGONI

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Quest’anno, non si sa bene per quale buona coincidenza astrale, abbiamo azzeccato un po’ di cose che riguardano questo Mondiale. Prima dell’inizio, una sensazione si impadronì della mente, se così vogliamo chiamarla, che mi porto appresso: questo Mondiale sarà preda dei grandi centrocampisti, per la prima volta in prima pagina rispetto ai grandi attaccanti. E se andiamo a vedere lo specchio più semplice per decrittare una competizione,la classifica dei cannonieri, incontriamo la nostra profezia. Capocannoniere con Villa Sneijder con 5 gol, al secondo posto Muller con 4, con 3 reti Landon Donovan. Al di là delle reti, l’importanza dei centrocampisti, anzi ad essere chiari delle vecchie mezzeali, in questo Mondiale è evidente. In finale sono arrivate le due squadre che hanno il miglior reparto di mezzeali del lotto. L’Olanda ha l’uomo più in forma del torneo, Sneijder, accompagnato da un ex attaccante perfetto nel ruolo di mezzala esterna, Kuyt, mentre la Spagna ha al massimo della maturità la coppia di mezzeali più forti del pianeta, Xavi e Iniesta. Questo tipo di calciatori è esaltato dal modulo principe del torneo sudafricano. Questo benedetto-maledetto 4-2-3-1 può essere una iattura come per Italia che non aveva gli uomini per adottare quel modulo, la Francia che ce li aveva, ma erano fuori forma, l’Argentina che non poteva giocare con quel modulo senza far girare vorticosamente la palla, il Brasile con gli atleti ormai logori. Spagna e Olanda invece hanno esaltato il modulo con cui giocano, da adottare solo se hai una coppia di uomini dietro la prima punta davvero fenomenale.

JVAN SICA

23 commenti:

  1. nulla da aggiungere a quanto detto in precedenza. spagna trascinata in finale dagli arbitri.

    uccidete zazzaroni.

    KUBALA

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  2. che noia, va in finale una squadra che ha vinto le tre gare ad eliminazione diretta per 1-0, saranno anche degni campioni del mondo, ma non venissero più a rompere le scatole a noi italiani con il loro finto calcio-spettacolo. Preferisco vedere 10 tiri rispetto a 100 passaggetti orizzontali. Sono solo contento per Del Bosque e Casillas.

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  3. quoto.

    tranne per del bosque e casillas ovviamente.

    KUBALA

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  4. In questa competizione per gioco e brillantezza la Germania meritava di alzare la Coppa, ma oggi la Spagna si è dimostrata più forte ed ha meritato, per quanto dimostrato in questa sfida, di andare in finale.
    Bisogna riconoscere la superiorità tecnica della squadra di Del Bosque.

    Pagelle:

    Neuer 7: Para tutto il parabile, ma si deve arrendere al colpo di testa di Puyol.
    Lahm 7: Attento come sempre in fase difensiva, quando può cerca di affondare.
    Friedrich 6.5: Qualche errore in fase di impostazione, ma nell'1 contro 1 non si lascia quasi mai superare.
    Mertesacker 8.5: Dalla partita contro l'Inghilterra si è trasformato, oggi, soprattutto nel primo tempo, un muro, sempre presente.
    Boateng 6: Alterna altri e bassi.
    Khedira 6: Nel primo tempo recupera diversi palloni, poi scompare.
    Schweinsteiger 7.5: Tranne un errore a fine partita, lotta sempre e comunque dimostrando una grande leadership.
    Trochowski 6: Partita onesta la sua, ci prova con la sua arma migliore ma Casillas è bravo a respingere.
    Özil 5.5. Forse voto troppo severo visto che nel secondo tempo qualcosa ha fatto, ma non può scomparire quando la squadra ha bisogno di lui, come contro l'Argentina nel primo tempo anche oggi è quasi invisibile, poi fa qualcosa in più. Leadership e continuità, ecco ciò che gli manca per diventare un grandissimo.
    Podolski 6: Come nelle precedenti apparizioni lo troviamo anche in fase difensiva se serve: l'impegno è lodevole e la prestazione accettabile.
    Klose 5.5: Anche lui lotta come un leone, ma non riesce ad incidere anche perchè gli arrivano pochi palloni giocabili. Adesso gli manca quel gol per arrivare a quindici, speriamo raggiunga questo traguardo.

    Jensen 7: Ottimo. Chiude bene e si propone alla grande. Merita una chance contro l'Uruguay.
    Kroos 6: Ha l'occasione della vita, la spreca. Per il resto non male, si inserisce con personalità e conferma la sua ottima tecnica.
    Gomez 4.5: Due palloni, due errori colossali. L'ho difeso molto spesso, ma questa volta non si può.

    Löw 6.5: Non riesce nell'impresa, si deve arrendere ad un avversario più forte.
    Azzecca due cambi su tre, Gomez delude ma era la scelta più ovvia per tentare il tutto per tutto. Meritava la finale per il lavoro svolto.

    2002, 2006, 2008, 2010.
    2 semifinali e 2 finali perse.

    Nonostante la sconfitta, brava Germania.

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  5. Mah, va in finale una squadra che nello scontro diretto ha giocato meglio, avuto più occasioni, e mostrato più personalità dell'altra.
    Neanche io amo il calcio praticato dalla Spagna (che comunque un sitema e una filosofia di gioco ce li ha e li esprime sempre, piacciano o non piacciano) e fin da prima del mondiale avevo pronosticato un grande torneo per la Germania (Per onestà, aggiungo che anche Kubala l'aveva scritto nel suo blog. Avessero avuto un centravanti diverso dal pur encomiabile Klose, sarebbero arrivati in fondo... tra l'altro, quello della punta centrale è un problema che, nonostante le tante vittorie, ha afflitto i tedeschi anche a livello di nazionali giovanili), ma il verdetto del campo è stato chiaro (l'arbitro è stato scadente in modo imparziale, negando un rigore per parte. Non ha danneggiato solo la Germania, anche se il penalty su Ozil a fine primo tempo avrebbe forse cambiato tante cose, se concesso).
    Marcello

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  6. Tra due squadre dedite al gioco palla a terra era prevedibile che la partita la comandasse quella con maggiori qualità tecniche. Non so se sia stato per calcolo (la partita poteva durare 120') o per mancanza di energie che Loew non ha imitato Martino e non ha ordinato ai suoi di pressare a tutto campo; ad ogni modo nei pochi contropiede che la Germania è riuscita ad ottenere sono decisamente pesate la mancanza di Mueller e l'immaturità di Oezil, ancora non all'altezza di prendersi una squadra sulle spalle a questo livello e contro un tale avversario.

    Impressionante il pressing iberico a inizio ripresa, per venti minuti buoni ogni azione teutonica è stata stoppata fra la trequarti e il centrocampo. Non avessero trovato l'inzuccata di Puyol e la partita si fosse prolungata, forse questo sforzo l'avrebbero pagato; ad ogni modo è chiaro che la vittoria è meritatissima.

    Onore ai tedeschi, specialmente a Schweinsteiger e a Friedrich, addirittura commoventi nel negare alla Spagna il raddoppio vanificando i contropiede dell'ultimo quarto d'ora (aiutati anche dall'egoismo di Pedro).

    L'arbitro secondo me non ha sbagliato né sul contatto subito da Oezil a fine primo tempo né su quelli subiti da Ramos e Pedro nella ripresa, anch'io non avrei dato rigore.

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  7. Marcello: non sono d'accordo con te quando critichi Klose. Il buon Miro, che un fenomeno non l'è mai stato ma ha sempre segnato con regolarità, ha permesso alla sua squadra di dare spettaccolo per gran parte del torneo grazie ad un bagaglio di movimenti offensivi assai completo, sconosciuto a molti altri attaccanti di livello superiore al suo.

    Sulla partita, nulla da aggiungere, a parte il fatto che forse la verdissima età dei teutonici ha pesato più di quello che ci si sarebbe atteso. Vista da un'altra angolazione, per questi ragazzi si tratta di una sconfitta bruciante, ma che di sicuro ne temprerà il carattere: sono giovani, alcuni giovanissimi, e per quasi tutti loro questo non sarà di certo l'ultimo Mondiale.

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  8. Kub, trascinata dagli arbitri non direi. Se c'era il rigore su Oezil ci stava anche quello su Ramos, per il resto l'unico errore clamoroso dell'arbitro è stato sul quel fallo dal limite non fischiato a Schweinsteiger. Poi sulla partita c'è poco da dire: la Spagna ha giocato meglio, non è stata assolutamente spettacolare ma ha dato l'impressione di dominare il match come mai prima di ieri.

    Koepke: pagelle generose, un po' troppo da tifoso, se posso dirlo. Boateng, Kedhira, Podolski, Oezil, Trochowski e Klose sono stati dei fantasmi. Incomprensibile la mossa-Gomez, proprio a partire dalla convocazione di quel paracarro che gioca centravanti per chissà quale caso: non era meglio Kiessling?

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  9. Antonio: non critico affatto Klose. Anzi, lo definisco "encomiabile" perchè ne apprezzo generosità ed intelligenza nei movimenti (qualità oltretutto acquisite negli anni, quando ha perso in velocità ed in efficacia nel gioco aereo, le sue prerogative di inizio carriera), però è un fatto che resta un giocatore in grado di essere efficace solo se la squadra gira. Nel momento in cui il collettivo fatica, non ha i colpi e forse neppure la personalità per fare reparto da solo, per risolvere il match con una giocata. Per intenderci, scambiando Klose con Gilardino, Germania ed Italia avrebbero ottenuto gli stessi identici risultati: buoni per i primi, negativi per i secondi (Chiaramente è una provocazione... ma, anche considerando le caratteristiche dei due, lo è fino a un certo punto).
    Resto convinto che, con un centravanti migliore, i tedeschi avrebbero raggiunto la finale e non solo.
    Marcello

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  10. l'arbitraggio è stato a senso unico. i tedeschi non potevano avvicinarsi agli avversari che veniva fischiato fallo, gli spagnoli potevano pure camminare sopra gli avversari che andava tutto bene. non sono solo i rigori e i fuorigioco che determinano . la mancanza dei cartellini ha favorito poi la spagna che con i falli tattici stoppava ogni tentativo di ripartenza tedeschi: ecco perchè la spagna è riuscita a schiacciarli dietro.

    spagna forse superiore tecnicamente ma il suo gioco rimane noioso e poco prolifico in termini di gol e casualmente invece molto efficace in fase difensiva. non rischiano mai un passaggio che non sia sicuro al 100%, un dribblig. a casa mia questo è calcio speculativo e difensivo in altri termini melina.

    bravo , come sempre, Klose.

    KUBALA

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  11. Uno spettacolo puro... una Spagna stratosferica asfalta i tedeschi, cultori delle ripartenze.
    Calcio dominante fatto di possesso, di sacrificio di tutti, di pressione alta quando perdi il pallone e di profondità quando occorre.
    Come dice Cruyff oggi sul periodico di Catalogna: "Espana, la copia del Barca, es el mejor anuncio del futbol....."
    E Johan di calcio totale e offensivo se ne intende.....
    Edoardo Tinghi

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  12. una brutta copia Edoardo. al rallenty.
    il Barca di gol ne fa parecchi di più per non parlare delle occasioni. non basta avere 6-7 giocatori in comune per giocare alla stessa maniera. buon pressing e buona melina, ma lo spettacolo dov'è? asfaltati? ma dove?

    KUBALA

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  13. Chi ha visto una grande Spagna forse stava guardando la finale dell'Europeo di due anni fa. Io ho visto la solita squadra "ingiocabile", nel senso che non ti fa giocare, e che più che vincere la partita si è limitata a controllarla, conscia che a lungo andare il gol sarebbe venuto fuori (e di fatto, a parte un paio d'azioni in area, la maggior parte dei tiri spagnoli sono state pretenziose staffilate da fuori ad opera del comunque ottimo Xabi Alonso). Un'Olanda cinica e soprattutto non così legata al gioco offensivo e alla corsa come i tedeschi potrà (lo spero) mettere in difficoltà Casillas & Co.
    Tommaso.

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  14. @KUBALA
    Con spettacolo puro intendo avere costantemente il pallino del gioco in mano e avere costantemente l'iniziativa, recuperando alto il pallone come ha fatto la Spagna per tutta la partita.
    Ovviamente per avere spettacolo nel senso che intendi tu (penso) la partita deve essere aperta e quindi occorre che entrambe le squadre giochino per segnare. La Germania ieri sera tranne gli ultimi 15 minuti ha serrato le linee davanti l'area di rigore, ed è difficile trovare varchi quando ti difendi così. Con questo non voglio dire che squadre come la Svizzera o come ieri sera la Germania non abbiano la loro dignità, però a mio parere il modello di riferimento deve essere la Spagna, non solo per la qualità del gioco ma anche e soprattutto per la mentalità che esprime basata sull'autostima e sull'assunzione di responsabilità da parte dei propri giocatori.
    Edoardo Tinghi

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  15. @ Madrid7
    Naturalmente non posso sindacare il tuo giudizio estetico. Però ieri non era la Spagna che giocava tutta dietro, eh?

    @ Kubala
    Riuscire a non rischiare alcun passaggio nel mentre che ti porti in blocco nella metacampo avversaria non è una cosa così facile come sembra, e a me pare un magnifico lavoro. Non vuol dire non proporre nulla per fare male all’avversario. Se poi rimani lì alto a pressare, non so davvero di cosa mi stai parlando. Stiamo parlando di calcio, e di una semifinale mondiale, non del Circo Togni. La speculazione, sfrondando la parola del suo significato negativo, fa parte del gioco. Valutare i miei punti di forza e quelli dell’avversario. Massimizzare i primi e minimizzare i secondi. Il resto sono favole.
    Ma tu credi che Guardiola dica ai giocatori del Barça “ragazzi, mi raccomando, rischiate molti passaggi prima della trequarti… ah, e poi fate molti dribbling”? Siamo seri. Mi ricorda quando in alcune critiche una gara magistrale come la finale del Barça con lo United venne sminuita riducendola a una partita noiosa del Barça. Il quale, tenute in conto le differenze con la nazionale (non ultima il fatto che la Spagna gioca con due centrocampisti più bloccati, un supporto in meno negli ultimi metri di campo, per la nota decisione di Del Bosque), giocò quella partita in base agli stessi principi: assicurare i passaggi salendo in blocco, non dare allo United la minima possibilità di esibire il suo contropiede (il più devastante del calcio mondiale all’epoca), fargli sempre riiniziare il gioco dai difensori centrali e da lì pressare. Quella volta Ferdinand e Vidic, stavolta Friedrich e Mertesacker.
    La cosa che rende un po’ bloccato il gioco della Spagna non è il principio di avanzare assicurando i passaggi (quello lo fa anche il Barça, e lo fanno tutte le squadre sensate), ma l’eccesso di prudenza che ha portato Del Bosque a imporre due centrocampisti bloccati, invece di guadagnare un incursore alla Cesc, un trequartista alla Silva o un attaccante in più.

    @ Köpke
    Grazie come sempre per il tuo contributo, anche se quando dò le pagelle in genere io sono più tirato con i voti :-)
    Alcuni giudizi li condivido, in particolare Ozil: è evidente che deve crescere come personalità. A me è un giocatore che fa impazzire comunque, perché è quasi più bravo senza palla (nel cercarsi lo spazio) che con il pallone, e con questo mi sembra di aver detto tutto sul livello del ragazzo.
    Tu come la vedi questa storia di Marin/Trochowski?

    @ Marcello e Antonio
    Ancora una volta, grazie Marcello per l’equilibrio e la tua capacità che dimostri (tu ed anche Edo) di separare giudizio tecnico e giudizio estetico. Così abbiamo una base comune a partire dalla quale discutere, mi faciliti parecchio il compito ;-)
    Sulla questione-Klose la mia consueta sperimentata ignavia da blog mi impedisce di schierarmi nettamente con te o con Antonio. Cioè, da un lato mi sembra ingeneroso dire che Klose gioca bene solo se gioca bene la squadra: in alcuni dettagli è anche lui che fa giocare meglio la squadra, per i movimenti in appoggio o in profondità. È bravissimo, dà soluzioni a chi porta palla, costantemente.
    Dall’altro lato però capisco quello che intendi: non è uno che può fare reparto, e non è nemmeno uno che si può tirare fuori dal cilindro la giocata decisiva.

    @ Difra
    Sono più o meno d’accordo con le tue considerazioni, ho poco da aggiungere.

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  16. @ Edo
    A me Klose non è dispiaciuto, perlomeno nelle condizioni in cui lo metteva la sua squadra (e in cui lo mettavano entrambe le transizioni della Spagna), che erano difficilissime.

    @ Edoardo Tinghi
    Eh, magari “asfaltata” e “stratosferica” no, però “eccellente” sì ;-)
    Ho letto il Maestro sul Periodico de Catalunya: direi che ci sono delle diversità evidenti col Barça, come ritmo (più basso) e come composizione del centrocampo (più bloccato), però alcuni principi importanti in comune, soprattutto con la Spagna di ieri: citando Cruijff sono “posesión, pocas pérdidas de balón, profundidad, sacrificio por todo el campo y, sobre todo, presión cuando pierden el balón”. Lo dice parlando di Pedrito come esempio del modello di gioco del Barça e quindi, dice Cruijff, della nazionale. Ecco, a parte la “profundidad” (che secondo me continua a difettare in questa nazionale), più o meno ci siamo.

    @ Tommaso
    Capita raramente, ma stavolta non sono d’accordo.
    La Spagna di ieri è decisamente diversa dall’orrore visto con Paraguay e Cile e nella ripresa con l’Honduras.
    Comunque almeno tre occasioni da gol nitide la Spagna le ha costruite (e in una semifinale mondiale così equilibrata non sono poco), oltre a un infinità di avvicinamenti all’area tedesca. Però continua a mancare presenza davanti, e la causa sono quelle scelte di Del Bosque con cui vi ho fatto una testa così durante tutto questo mondiale.

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  17. Marcello: per come la vedo io, è Klose che fa girare la squadra creando spazi o dettando il passaggio in profondità.
    Sul fatto che con un altro attaccante la Germania a quest'ora sarebbe in finale posso anche essere d'accordo, ma con un Drogba al suo posto probabilmente ci saremmo solo sognati le goleade contro Inghilterra ed Argentina. Ed essendo io - diventato, dopo la fase a gironi... - uno spettatore neutrale, per me conta molto di più lo spettacolo offerto che non l'effettivo raggiungimento della finalissima da parte dei teutonici.

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  18. aggiungo, aspettando che venga pubblicato l'altro mio commento, che pure a me piacerebbe vedere Fabregas in campo dietro la punta centrale, ma al posto di xavi di cui anche ieri ho sentito dire meraviglie ma di cui che stento a capire l'utilità in campo, soprattutto in quella posizione.

    KUBALA

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  19. piccolo OT

    Io dico che, in qualsiasi modo vada la finale, qualcuno un trofeo lo ha già vinto... Jesus Navas... solo chi ha provato, può avere idea di quanta sia la sofferenza per i problemi con cui deve convivere questo ragazzo... e quello che è riuscito a fare in questo mese, è veramente speciale.

    Grande Jesus!

    Luca

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  20. Valentino: diciamo che nelle mie pagelle conto anche il sacrificio e l'impegno del giocatore.
    Per dire, Klose non ha sicuramente giocato bene, ma è stato messo in condizione per fare una buona partita o per finalizzare? No, però si è sacrificato ed ha aiutato.
    Podolski invisibile in attacco, però a volte lo trovavi a fare il difensore centrale o il terzino.
    Mertesacker per me è stato quasi perfetto, soprattutto nel primo tempo.
    Chiusure puntuali e mai un errore in fase di impostazione a differenza del pur bravo Friedrich.
    Per quanto riguarda la scelta di Trochowski io avrei puntato su Kroos per dare più fantasia e classe alla manovra, Löw ha fatto una scelta più logica provando il sostituto naturale di Müller sebbene con caratteristiche diverse.
    E penso che pur non avendo brillato Trochowski sia stato uno dei pochi a provarci con quel tiro da fuori, che è la sua arma migliore. Altro da un giocatore come lui non puoi aspettarti. Non è un giocatore alla Kroos, alla Özil, alla Müller, alla Marin in grado di saltare facilmente l'uomo e di creare superiorità numerica.

    Andando ad Özil, tecnicamente non lo discuto, però gli preferisco il meno forte Müller.
    A mio parere un fuoriclasse: intelligenza superba, capacità di inserimento, grande finalizzatore e soprattutto uno che nelle (ancora poche vista la giovane età) partite in cui serve buttarla dentro lo fa quasi sempre (tranne che in finale di Champions).

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  21. "E penso che pur non avendo brillato Trochowski sia stato uno dei pochi a provarci con quel tiro da fuori, che è la sua arma migliore. Altro da un giocatore come lui non puoi aspettarti. Non è un giocatore alla Kroos, alla Özil, alla Müller, alla Marin in grado di saltare facilmente l'uomo e di creare superiorità numerica."

    ma che stai a dire?
    non date retta ai commentatori che non capiscono un cazzo e sembrava che stessero parlando di gattuso.

    Trochovski è un furetto dribblomane e ricco di fantasia (non a caso paragonato a Littbarski e Hassler) alla pari di Marin e anche più di Kroos e Ozil e molto di più del fortissimo ma più lineare Muller. quello che non ha è la corsa dritto per dritto di Muller e proprio quello che ha penalizzato la Germania. io avrei messo Marin, Cacau o lo stesso Ozil al suo posto.
    ma rimane il fatto che il giocatore ha classe da vendere.
    KUBALA

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  22. mi duole constatare che Triesman aveva totalmente ragione.
    spiace per una grande Olanda e non solo.

    KUBALA

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  23. Trochowski quest'anno non ha brillato particolarmente, per questo non mi aspettavo da lui più di quello che ha fatto.
    Kroos ha avuto un'annata decisamente migliore e anche Marin, pur abbastanza discontinuo, ha giocato molto meglio e anche nelle amichevoli pre Mondiali aveva brillato cambiando radicalmente la partita contro la Bosnia.

    Il talento di Trochowski non si discute, ma quest'anno non ha brillato e non ha dimostrato le sue potenzialità.

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