sabato 3 luglio 2010

Argentina-Germania 0-4: Muller al 3' p.t.; Klose 23', Friedrich 29', Klose 44' s.t.



Argentina (4-3-1-2): Romero; Otamendi (25' s.t. Pastore), Demichelis, Burdisso, Heinze; Maxi Rodriguez, Mascherano, Di Maria (30' s.t. Aguero); Messi; Higuain, Tevez. All Maradona.
Panchina: Andujar, Pozo, C.Rodriguez, Garce, Samuel, Bolatti, Veron, Gutierrez Jonas, Palermo, Milito.

Germania (4-2-3-1):
Neuer; Lahm, Mertesacker, Friedrich, Boateng (27' s.t. Jansen); Khedira (33' s.t Kroos), Schweinsteiger; Muller (39' s.t. Trochowski), Ozil, Podolski; Klose. All: Loew.
Panchina: Wiese, Butt, Aogo, Tasci, Badstuber, Marin, Kiessing, Cacau, , Gomez.

Arbitro:
Irmatov (Uzbekistan)

Note:
ammoniti Otamendi, Muller, Mascherano.

Ebbene sì, la Germania ha denudato il re. Coesione difensiva e capacità di ripartire e verticalizzare il gioco, tanto è bastato agli uomini di Löw per annientare l'Argentina: mai squadra, in questo Mondiale. Per rispedirla a Buenos Aires c'è voluta quella che invece più squadra di tutte si è dimostrata sin qui, la Mannschaft, che non si accontenta di superare agevolmente il turno ma coglie anzi la palla al balzo per lanciare un messaggio chiarissimo alla vincente di Paraguay-Spagna: ci prenderemo noi il posto e finale, e pure gli applausi del pubblico.
Compito primo per l'analista della partita - il sottoscritto, in questo caso - è però capire che cosa frulli nell'impomatata testa di Maradona. Che le idee del Pibe de Oro non siano chiarissime si è avuto modo di intuirlo sin dall'esordio messitematico contro la Nigeria, però l'ostinazione nel puntare su Otamendi (buon centrale, ma agghiacciante nelle vesti di terzino) è inspiegabile: chi si permette il lusso di lasciare a casa Javier Zanetti dovrebbe quantomeno essere in grado di rimpiazzarlo con un calciatore del medesimo livello, non di adattare un centrale difensivo dove prima era stata deludentemente proposta un'ala. Nulla di strano, quindi, nel fallo su Podolski che genera il gol del vantaggio tedesco (Müller di testa, in anticipo proprio sull'impresentabile Otamendi) ed incanala la partita sui binari teutonici. Con l'Argentina costretta a rimontare, Schweinsteiger e soci stringono le maglie ed annientano gli spazi tra i reparti: la manovra dell'Albiceleste langue nella propria metà campo, priva d'idee e di movimento senza palla. Messi, che dovrebbe accendere la luce, non ci riesce perché troppo lontano dall'interruttore: costretto ad andarsi a prender palla fin quasi sulla propria trequarti campo, non è in grado di risolvere individualmente la partita. Le alternative al prodigio blaugrana si chiamano Tevez e Di Maria, ma neppure loro riescono ad impensierire più di tanto l'ordinata retroguardia tedesca, anche se il neoacquisto del Madrid mourinhano in avvio di ripresa qualche apprensione a Neuer la crea. Ma è davvero troppo poco, e la Germania ne approfitta non appena si esaurisce la spinta emotiva degli avversari: Müller - da terra: genialmente efficace - serve in profondità Podolski che regala a Klose il 2-0.
Il gol del raddoppio induce Maradona a cambiare qualcosa, senza criterio però: Pastore subentra ad Otamendi, sbilanciando la squadra che infatti piglia anche il 3-0 da Friedrich (!) dopo uno slalom dell'ex promessa dello sci Schweinsteiger (non scherzo: il biondo regista del Bayern Monaco eccelleva per davvero nello sci alpino, in gioventù). Veron e Milito, intanto, rimuginano sulla loro permanenza in panchina. Con un'Argentina allo sbando, Klose ne approfitta per segnare il quattordicesimo gol in carriera ai Mondiali, eguagliando Gerd Müller e rendendo ancor più dolce questa vittoria.
Parere personale, all'Argentina serve un allenatore: Maradona è un «ventiquattresimo», forse un buon motivatore ma non di certo il sapiente in grado di trovare la formula per far coestistere Messi, Tevez, Higuain ed Agüero. E per questa generazione di fenomeni - offensivi e non: Cambiasso e Mascherano hanno il fiato necessario per renderne possibile la convivenza - la prossima sarà probabilmente l'ultima chiamata mondiale.

ANTONIO GIUSTO

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Nella conferenza stampa che ha seguito l’amichevole dello scorso Marzo il ct argentino Diego Armando Maradona si rese protagonista di una delle solite pantomime imbarazzanti, ridicolizzando e offendendo un ragazzo tedesco che si era trovato seduto ad un paio di posti da lui, rifiutandosi di parlare “vicino ad un raccattapalle”, vicino a ragazzini sconosciuti. Ebbene, quel ragazzo a quelle offese di un personaggio tanto brillante in campo quanto discutibile in tutto e per tutto ha deciso di rispondere al Cape Town Stadium, presentando il biglietto da visita: “Piacere, sono Thomas Muller” potrebbe dire adesso, brillando con una prestazione da vero e proprio man of the match e eliminando al Mondiale proprio Maradona, battuto con la sua Argentina con un nettissimo 4-0. Quell’atteggiamento così arrogante quattro mesi dopo appare assolutamente comico, uno degli autogol più incredibili della storia del Mondiale: chissà, forse caricato da quel ricordo negativo e imbarazzante, Muller ha saputo tirare fuori un’altra prestazione di altissimo livello, con il solito grande lavoro a tutto campo, con il solito grande contributo alle due fasi di gioco, impreziosito oltretutto dal gol che sblocca il risultato e dall’incredibile passaggio da terra che ha aperto il Mar Rosso di fronte a Podolski per l’azione del gol del raddoppio. Adesso anche Maradona conosce perfettamente Thomas Muller, statene certi.

Continua il brillantissimo Mondiale della Germania, Nazionale che incredibilmente ogni volta prima delle grandi competizioni viene dimenticata dai media nell’elenco delle favorite, ma che storicamente in un modo o nell’altro arriva quasi sempre fino in fondo: adesso lo fa anche in modo brillantissimo e convincente, con risultati che parlano da soli, basti pensare al 4-1 inflitto all’Inghilterra e al 4-0 inflitto adesso all’Argentina. A voler essere pignoli, la prestazione di questo pomeriggio non è stata “bella” come quella contro i Three Lions, quanto piuttosto una vittoria di carattere: nonostante il solito gioco slegato dell’avversario, la Mannschaft ha dovuto attraversare momenti e minuti di sofferenza vera e propria, ma nonostante un gruppo dall’età media piuttosto bassa la squadra non s’è certo persa, ha tenuto con i denti il risultato per poi riuscire ad affondare la lama nel burro della difesa avversaria. Una volta trovato il gol della sicurezza, ancora una volta il match è diventato una festa per la Germania, capace nuovamente di ottenere un grande risultato contro un avversario di alto rango.

Il match parte bene con il gol del vantaggio che arriva immediatamente, con Muller che sorprende una difesa abbastanza immobile, batte il suo marcatore Otamendi (in costante affanno sulla corsia) e con il tocco di testa sorprende il goffissimo Romero, autore di un errore davvero grossolano soprattutto per la lentezza di reazione. Per 20 minuti la Germania sembra dominare sul piano tattico, ma non trova l’incisività per trovare il gol del raddoppio: in particolare, i tedeschi paradossalmente sembrano perdere le chances perché in alcune azioni le possibilità di scelta sono addirittura troppe. L’Argentina però non può stare a guardare e cresce, premendo molto nell’ultimo quarto d’ora e creando qualche occasione potenziale, anche perché la Germania sembra perdere stranamente disciplina, disunendosi un po’ tra i reparti e concedendo qualche spazio evitabile: Low però sa trovare i correttivi all’intervallo, presenta una Germania più compatta e (come nel secondo tempo contro l’Inghilterra) i tedeschi sembrano accettare la pressione avversaria, abbassando il baricentro per poi provare a colpire in contropiede.

In tutto questo si vede la confusione tattica dell’Argentina, che ha i singoli per trovare il gol del pareggio con una giocata individuale (anche estemporanea) ma che non ha un’idea tattica e di gioco: si parte con il 4-3-1-2 con i due interni Maxi Rodriguez e Di Maria che partono meno larghi rispetto al match contro il Messico anche per aiutare Mascherano. In realtà, inizialmente questo lavoro funziona decentemente in fase di non possesso, perché i trequartisti tedeschi non hanno quelle praterie temute con l’assetto visto contro il Messico (con quindi Mascherano isolatissimo in mediana), ma l’Albiceleste ha comunque grandi problemi perché quelle volte in cui il centrocampo viene saltato, la difesa fa davvero pochissima opposizione per resistere e sembra poter imbarcare in qualsiasi momento: paradossalmente, l’unico a salvarsi sembra l’uomo più criticato nel post-partita, ovvero Demichelis, visto che al suo fianco Burdisso non trova un intervento giusto nemmeno a pagarlo oro, Otamendi (come detto) è in completo affanno e Heinze si rende protagonista solo di qualche sceneggiata isterica tipica del suo comportamento (e non solo). Questo però non funziona in fase offensiva e Maradona decide di cambiare, dando il là alla confusione tattica: Di Maria passa a destra per attaccare Boateng (non un’idea malvagia visto che il neoacquisto del Manchester City soffre nel finale di primo tempo); ma questo crea squilibri evidenti nell’assetto perché non c’è un elemento che occupi con costanza la fascia sinistra.

Oltretutto, come visto dall’esordio contro la Nigeria, questa squadra non ha alcuna organizzazione di gioco, non ha idee su come svolgere il possesso di palla e si affida soltanto alle individualità, che sono importanti ma che in un Mondiale non dovrebbero bastare da sole (anche se questo è un Mondiale in cui solo la Germania sa regalare livello tecnico alto): qui si vedono tutte le magagne di un ct improvvisato come Maradona, più un capopopolo che un tecnico vero e proprio, perché questi sono difetti erano stati visti già all’esordio del Mondiale e da quel momento non c’è stata alcuna involuzione di gioco, la squadra ha continuato a giocare così illudendosi che ciò possa bastare. L’Argentina ha grandi singoli e riesce a creare una certa pressione, ma in tutti questi cinque match una caratteristica è spiccata agli occhi è mai Maradona ha saputo porre rimedio: il movimento senza palla è pressoché nullo, gli elementi offensivi aspettano il pallone da fermo e poi sono costretti quasi sempre a fare tutto da soli. La Germania nella ripresa crea un buon muro, difende molto bene con tutti gli elementi e estromette dalla partita Tevez e Higuain, mentre sono di Messi gli unici spunti interessanti dell’Albiceleste. L’Argentina perde pazienza col passare dei minuti e allora si aprono gli spazi per il contropiede: come contro l’Inghilterra, la Germania colpisce con un uno-due devastante, trovando anche il sigillo finale con Miroslav Klose, autore di una doppietta ma che aveva lavorato più e meglio per la squadra nell’ottavo di finale.

Il tutto con la stella più luminosa della squadra a giocare un match “normale”: Ozil ha trovato qualche buona giocata, ma non è presente nelle azioni dei quattro gol e in generale non punge come nelle altre partite. Eppure le risorse di questa squadra sono tante e si può sopportare un match sufficiente (o leggermente insufficiente) di Ozil portando a casa un 4-0 devastante. Davvero eccellente la prova della linea difensiva, con Lahm che ancora una volta si conferma un elemento dalla grandissima affidabilità, mentre strepitosa è la prestazione di Mertesacker, dovuta anche all’organizzazione dell’intera squadra: il centrale del Werder Brema ha il difetto di non essere rapidissimo e sulla carta avrebbe dovuto soffrire molto contro elementi veloci come Higuain, Tevez e Messi, ma la squadra gli ha permesso di non essere mai attaccato in velocità, esaltandone tutte le doti migliori e trovandone una prestazione perfetta. E’ lui il secondo migliore in campo dietro un Muller ormai incommentabile: davvero un peccato che un’ammonizione ridicola per un fallo di mano inesistente lo costringerà a saltare la semifinale, assenza pesante e ingiusta. Due ammonizioni in cinque partite bastano per far saltare una semifinale, per una regola modificata dalla FIFA per impedire ai calciatori di saltare per squalifica la finale: certo, come se una semifinale sia poi così meno importante. La Germania troverà la Spagna in una riedizione della finale di Euro 2008: la squadra di Del Bosque dovrà alzare il proprio livello di gioco (fin qui lento e raramente brillante) per non soffrire la freschezza dei ragazzi tedeschi.

Al solito gli osservatori sono abilissimi a trarre giudizi frettolosi dal nulla: il cosiddetto dominio sudamericano che aveva portato quattro squadre ai quarti di finale si trasforma in una quasi ecatombe, con solo l’Uruguay ad arrivare in semifinale e in modo quantomeno bizzarro, per non dire eticamente rivedibile. Le europee date in crisi invece portano tre squadre in semifinale: in realtà, in tutto il Mondiale c’erano state giusto tre vittorie di Nazionali sudamericane contro Nazionali europee, delle quali una in un match viziato da un rosso assurdo (Cile-Svizzera) e un’altra dettata da un divario tecnico indiscutibile e nettissimo (Grecia-Argentina), con infine il successo del Paraguay sulla Slovacchia. Non proprio sto trionfo di cui s’era discusso e che ora ovviamente viene gettato nel dimenticatoio. L’eliminazione dell’Argentina arriva con un risultato netto e indiscutibile: vince la squadra contro i singoli.

SILVIO DI FEDE

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Il più grande errore di Maradona è stato credere che Messi fosse lui. Un errore che ha creato le premesse per la figuraccia tattica di ieri. Ieri l’Argentina era una squadra da dopolavoro. Tutti fermi ad aspettare le accelerazioni messiane. Come accadeva nel 1986, secondo un calcio di mille anni fa. L’idea di Maradona era fotocopiare il 1986 e riproporlo grazie alla Pulce. Una difesa bloccatissima (Brown, Cuciuffo e Ruggeri erano tre centrali e Olarticoechea non garantiva una grandissima spinta), centrocampo di lotta con un mediano compassato che moderava i ritmi e faceva muovere a cadenza bassissime la squadra (e qui nasce il primo grande problema: Batista nel 1986 poteva giocare al calcio perché bastava fraseggiare a velocità da dopolavoro nella propria metà campo, mentre con il pressing di oggi Veron è improponibile e Maradona sapeva di non poterlo schierare dopo che lo aveva testato nella prima gara con la Nigeria), un attacco con un centravanti goleador e una seconda punta che svariava. Il nodo e lo snodo è il numero 10. Lì c’era Maradona, che saltava gli uomini e riusciva a non imbottigliarsi mai (anche per la mancanza di pressing). In questo modo apriva spazio per gli altri due attaccanti che trovavano sempre la strada spalancata. Messi invece saltava i primi due e andava ad imbottigliarsi in mezzo a tre avversari che gli negavano tutti gli spazi di passaggio. In questo modo continuava a dribblare, perdendo palla o tirando in porta sbilanciato. Messi non è Maradona perché doveva capire di anticipare il tempo di passaggio, così da coinvolgere gli altri nel gioco e destabilizzare la difesa avversaria. Non è Maradona perché se vicino non gli metti Xavi e Iniesta che portano la palla pulita fino ai 25 metri, Messi non è capace di far muovere la squadra, costretta a stare appresso alle sue briciole. Nel Barcellona può aspettare a sinistra lo svolgimento del gioco e poi accendersi quando la difesa avversaria deve già prendere in carico l’intero fronte del gioco, mentre nell’Argentina, non avendo mediani di costruzione, partiva dal centro e andava a fare confusione sia a destra che a sinistra, bloccando qualsiasi gioco in fascia. Con un Veron, e non con Cambiasso e Zanetti che non avrebbero portato nessuna variante in questo sistema di gioco, questo gioco si poteva attuare, ma la Brujita era da pensione. Sciocco anche il richiamo a Milito, che sa giocare soprattutto in profondità con una batteria di mezze punte che portavano palla senza darla mai nello spazio. Maradona per me ha fatto il massimo con una squadra facilmente disinnescabile.

JVAN SICA


Il massacro di Città del Capo (4-0 finale) che porta la Germania in semifinale ai danni dell'Argentina dice più di una verità. La prima, la più grande riguarda proprio lo spirito del gioco: vince la squadra che interpreta un calcio moderno e organizzato che esalta soprattutto il collettivo. Esce sconfitta, invece, probabilmente l'11 di maggiore talento e qualità, ma che produce un calcio vecchio, sotto ritmo e fatto solo di giocate individuali. Messi, Di Maria, Tevez, Higuain sono tutti grandi giocatori (così come Milito e Aguero seduti in panchina) e tutti in grado di indirizzare, in una situazione, una gara: ma non possono mai, a questo livello, deciderla da soli. Un'altra verità riguarda l'emotività della gara. E' vero che la Germania patisce la personalità dell'Argentina per tutta la fase centrale della partita però, pur non avendo tanti giocatori abituati a queste platee e una età media bassissima (nemmeno 25 anni), rimane concentrata e cosciente su tutto quello che il piano partita prevede. Un'ultima verità dice di un talento, grande, grandissimo pescato da un super tecnico come Louis van Gaal nelle formazioni giovanili del Bayern e buttato nella mischia senza paura: Thomas Muller è stato il protagonista di questo quarto di finale, segnando la rete che ha sbloccato l'incontro e regalando l'assist hockeystico del secondo gol che ha tagliato le gambe all'Argentina. Muller è un grande giocatore perché mette le proprie qualità al servizio della squadra, senza attaccare a testa bassa e bava alla bocca la porta avversaria, come hanno fatto tanti suoi “pari grado” in maglia bianco-azzurra: non è solo una caratteristica, è tutto, è il calcio, almeno quello del 2010.
Joachim Loew ripropone il 4-2-3-1e inizia bene il match trovando immediatamente la rete del l'1-0: punizione da destra, narcolessia diffusa dell'Albiceleste e rete di testa di Muller che anticipa Otamendi. Il vantaggio permette agli uomini in bianco di valorizzare la miglior cosa proposta a questo mondiale, la transizione offensiva, con la squadra che sale con la spaziatura e i tempi corretti arrivando con semplicità al tiro. Il passaggio chiave è sempre un giocata semplice a inizio azione di Schweinsteiger, reinventato centrale di centrocampo sempre dal solito Louis van Gaal in questa stagione al Bayern.
L'Argentina gioca il solito calcio fatto di possesso palla quasi inconcludente poiché non muove la difesa avversaria e si accende quando c'è il passaggio verso Messi che vuole sempre palla nei piedi per provare un uno contro uno (e poi due, tre...) o una verticalizzazione. La Pulce però riceve palla molto distante dall'area di rigore e nemmeno il suo spropositato talento gli permette però di trovare sempre la lettura adeguata. La Germania si difende sempre optando per una densità folta davanti all'area di rigore, con la linea medio alta vicinissima ai due mediani: l'obiettivo è non permettere il gioco tra le linee agli avanti sudamericani, che hanno tutti ottimo uno contro uno e il piede per trovare la porta anche dai 25 metri. Subiscono, soffrono, specie a cavallo della pausa ma rimangono concentrati e non concedono mai una giocata facile.
L'Argentina parte piano nel primo tempo, crea qualcosa e resta a galla più che con l'ordine tattico con la volontà, la celebre “garra”: è certamente questa unione d'intenti il lato più apprezzabile del lavoro di Maradona. Ma da sola non può bastare per una semifinale mondiale, tanto che poi si spegne, di colpo, dopo il secondo gol, l'ennesimo di Klose, che nasce da sinistra sull'asse Muller-Podolski. Diego inserisce Pastore per l'adattato terzino destro Otamendi, spostando Maxi Rodriguez sull'ultima linea: cambia davvero poco. Anzi, liberata dalla paura figlia dell'inesperienza (pecca molto Ozil nei momenti cruciali, a dirla tutta) i tedeschi prendono coraggio e trovano la terza segnatura (grande slalom di Schewinstiger sulla linea di fondo e passaggio-gol per Friedrich) e poi la quarta (ancora Klose). Sono gli ultimi chiodi nella bara di un'idea di calcio morta e sepolta. Va avanti la Germania, con pieno merito. E insieme.

CARLO PIZZIGONI

16 commenti:

  1. Rimango sorpreso anche questa volta.
    Dopo la vittoria con l'Inghilterra pensavo che psicologicamente i teutonici potessero sconfiggere anche l'Albiceleste, ma vedevo qualitativamente superfavorita la squadra di Maradona. Quello che questi 23 giocatori, aiutati da uno staff straordinario, stanno facendo è eccezionale.
    E fino al gol del 2-0 firmato Miro Klose (giocatore dato per finito solo perchè Van Gaal non gli ha quasi mai dato spazio) questa non era di certo la Germania vista nelle partite precedenti. Tanta difficoltà in fase di impostazione, passaggi sbagliati insomma, una squadra chiusa nella propria metà campo.
    E qui va dato merito alla difesa: Mertesacker e soprattutto Friedrich stanno facendo un mondiale al di sopra delle loro possibilità.

    L'assenza di Müller peserà tantissimo, ma la forza di questa squadra è il collettivo.

    Pagelle:

    Neuer 6.5: Sempre sicuro e presente.
    Lahm 8: Ha giocato tantissimo quest'anno, eppure riesce sempre a giocare alla grandissima. Trascinatore dentro e fuori dal campo.
    Friedrich 8: Un solo errore in fase difensiva, per il resto un'altra sontuosa partita.
    In più segna anche il suo primo gol in Nazionale.
    Mertesacker 7.5: Ci mette la faccia. Lascia anche lui pochissimi spazi. Sorprendente.
    Boateng 6.5: Dimostra di dover crescere ancora dal punto di vista tecnico e tattico, ma se la cava più che bene soprattutto nel secondo tempo prima di uscire.
    Khedira 7: Si vede poco, ma è importantissimo in fase di contenimento.
    Schweinsteiger 8.5: Parte alla grande trovando Müller per il gol del vantaggio, determinante in fase difensiva trova un pò di difficoltà per quanto riguarda l'impostazione del gioco per poi scatenarsi a metà secondo tempo e regalare il gol a Friedrich.
    Müller 9: Sempre lui. Giocatore fenomenale: si sacrifica, segna, mette sempre in difficoltà il diretto avversario. Mancherà tantissimo.
    Özil 6.5: Non la sua miglior partita. Praticamente inesistente nel primo tempo, trova difficoltà anche ad inizio secondo non riuscendo mai a saltare l'uomo. Poi quando arriva il gol del 2-0 cresce assieme a tutta la squadra.
    Podolski 6.5: Non è un fenomeno, ma la sua presenza è importantissima per la chimica di squadra. Si impegna come sempre e prova a rendersi pericoloso sia con incursioni sulla fascia sia con il tiro da fuori, con il quale può fare male.
    Klose 8.5: Si mangia un gol non da lui nel primo tempo facendo difficoltà come tutta la squadra. Poi sale in cattedra nel secondo ed è sempre protagnista.
    Grandissimo giocatore. -1.

    Jansen s.v
    Trochowski s.v
    Kroos 6.5: Entra in campo e va subito alla conclusione impegnando Romero.


    Löw 9: Ha costruito un gruppo capace di incantare il mondo unendo al bel gioco caratteristiche tipiche del calcio tedesco quali la grinta e la determinazione.

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  2. E alla fine è andata come chiunque ci capisse un minimo di calcio (evidentemente non i telecronisti Rai, mai così palesemente schierati a favore di una squadra, manco stesse giocando l'Italia) aveva previsto. Argentina a casa, e tedeschi che senza guardare in faccia a nessuno si candidano per la vittoria finale (ma già dalla prima partita contro l'Australia i più lungimiranti avevano capito che quest'anno la Mannschaft ha davvero una marcia in più). Fin troppo facile battere un'Argentina pasticciona e scollata nei reparti come durante le qualificazioni, individualista per credo prima ancora che per necessità, e che messa per la prima volta di fronte ad una squadra di livello ha mostrato tutti i suoi limiti. E' la vittoria del gioco sull'individualismo, della squadra sui singoli, è anche la vittoria delle umili europee (ieri Olanda, oggi Germania) sulle europee meno umili e soprattutto sulle sudamericane date sempre per favorite ma poi spesso troppo fumose e inconcludenti. Mi dispiace per Maradona ma la sua filosofia si è rivelata del tutto sbagliata.
    Tommaso.

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  3. Maradona come allenatore è improponibile anche in Lega Pro, dove c'è gente molto più preparata al mestiere di lui. Mai vista una linea difensiva con quattro centrali, o tre e mezzo tralasciando Heinze; il regista non c'era, Maxi Rodriguez assolutamente fuori ruolo, unica idea tattica: sperare che quei tre lì davanti facciano gol. Ci sono inoltre tre giocatori a casa che è stato gravissimo non portare: il terzino destro, J. Zanetti; il regista: Lucho Gonzalez; un uomo so-far-tutto: Cambiasso, che pur di farlo giocare l'avrei schierato terzino sinistro. Inoltre Milito sempre in campo perchè Higuain a livello di partecipazione al gioco vale zero (giusto Valentino?). Con questa formazione, e con un altro allenatore in panca, al di là del grosso valore della Germania (che giocatore Muller!!!), l'Argentina poteva solo arrivare in finale: Romero- J Zanetti De Michelis Samuel Cambiasso- Mascherano Lucho Gonzalez- Tevez Messi Di Maria- Milito.

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  4. Maradona come allenatore è improponibile anche in Lega Pro, dove c'è gente molto più preparata al mestiere di lui. Mai vista una linea difensiva con quattro centrali, o tre e mezzo tralasciando Heinze; il regista non c'era, Maxi Rodriguez assolutamente fuori ruolo, unica idea tattica: sperare che quei tre lì davanti facciano gol. Ci sono inoltre tre giocatori a casa che è stato gravissimo non portare: il terzino destro, J. Zanetti; il regista: Lucho Gonzalez; un uomo so-far-tutto: Cambiasso, che pur di farlo giocare l'avrei schierato terzino sinistro. Inoltre Milito sempre in campo perchè Higuain a livello di partecipazione al gioco vale zero (giusto Valentino?). Con questa formazione, e con un altro allenatore in panca, al di là del grosso valore della Germania (che giocatore Muller!!!), l'Argentina poteva solo arrivare in finale: Romero- J Zanetti De Michelis Samuel Cambiasso- Mascherano Lucho Gonzalez- Tevez Messi Di Maria- Milito.

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  5. Kopke, a me Mertesacker oggi ha fatto IMPAZZIRE :D
    E' un giocatore che mi piace, ma onestamente mai l'avevo visto giocare così bene. Nella mia pagella personale, il voto è ancora più alto.

    Peccato per Muller... Che ingiustizia...
    Ingiustizia per lui, ma per tutti gli spettatori: perdiamo un grande protagonista in modo assurdo...

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  6. Io comunque non sono soddisfatto dalla bassa qualità della regia internazionale... Oggi ci ha offerto primi piani intensi sui giocatori durante gli inni ed erano da brividi: bellissimi.
    Però.... I replay utili, questi sconosciuti.... Oh, nel secondo tempo (quando già era zoppo) ho visto una chiusura di tacco CLAMOROSA di Boateng su Messi in corsa! Una roba bellissima: magari fortuna, ma bellissima. Avessero mandato un diavolo di replay!

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  7. Silvio come giudichi la prestazione di Messi?

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  8. Allora... Ci sono tanti "ma": il fatto che non ci sia movimento senza palla permette all'avversario di chiudere bene su di lui; gli unici spunti buoni mi sembrano i suoi; posizione in campo non ideale...
    Detto ciò, dovessi dare un voto direi 5 o 5,5. Diversi argentini secondo me peggio di lui, ma comunque non sufficiente: magari con un altro nome il giudizio sarebbe stato più positivo, ma paragonando a quello che può dare Messi il giudizio si abbassa secondo me.

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  9. Errata corrige :)
    Leggendo il report tattico su Zonal Marking mi son accorto di una mia svista: ho scritto che Ozil non è entrato in nessuno dei gol, ma ovviamente ha fatto l'assist per il quarto.

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  10. Allora l'Argentina vinceva e vinceva nonostante Maradona grazie ai suoi fantastici giocatori, l'Argentina perde e perde solo Maradona ,no i fantastici giocatori?
    Mettiamoci d'accordo.
    Maradona avrà le sue colpe (dalle convocazioni , alla scelta di un modulo che potava funzionare solo se la partita si incanalava in un certo modo..) ma le colpe c'è l'hanno anche i giocatori...
    Non voglio tirare la croce addosso a Messi , ma questo è il TUO mondiale (il tuo secondo mondiale fra l'altro come Mexico 86 per Diego), all'età giusta (perchè già nel prossimo non sarà esplosivo come questo) e lo concludi con 0 gol fatti (un pò di sfortuna , è vero) e sopratutto 2 prestazioni negative nelle partite ad eliminazioni dirette...
    Spero si taccia per sempre ora sui paragoni che non possano esistere per carisma personalità e capacità di salire di livello nelle partite importanti..
    riguardatevi cosa ha fatto Maradona in TUTTE le partite del 1986....

    ps
    mi spiace per Muller che come già detto altre volte è un SIGNOR giocatore , il vero fenomeno di questa Germania (in maniera sicuramente maggiore al tanto reclamizzato Ozil, che sarà sicuramente più bello da vedere me meno decisivo), già ora uno dei primi "incursori" al Mondo nonostante la giovane età...

    Santeria

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  11. Secondo me molti commettono lo stesso errore, quello di voler identificare messi con maradona, ma non nel senso di qualità del giocatore bensì nella posizione. Vorrei ricordare che messi nelle ultime due stagioni con il barcellona ha segnato 85 gol in tutte le competizioni, quindi dire che maradona ha sbagliato perchè ha dato troppe responsabilità a messi è una sciocchezza, l'errore sta nel fatto di averlo costretto a giocare a centrocampo da playmaker perchè non ha messo altri centrocampisti in grado di farlo (di fatto il centrocampo era vuoto perchè mascherano era praticamente un difensore aggiunto e maxi rodriguez non ha fatto assolutamente nulla) quindi si vedeva messi (e alle volte tevez) che arrivava fino in difesa per prendere palla. Ma non si può imputare a messi di non incidere se lo fai giocare totalmente fuori ruolo, messi è una punta e li deve giocare, spostarlo a centrocampo equivale ad ammazzare il giocatore.

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  12. Santeria hai centrato proprio il punto, l'Argentina vinceva per merito delle individualità pur non avendo la ben che minima idea di gioco, poi una volta arrivata davanti ad una squadra forte non ha potuto fare di più.
    Cioè ma vi rendete conto di che squadra ha mandato in campo Maradona? Praticamente senza centrocampo...Messi per toccare la palla doveva scendere a prenderla in difesa e la colpa sarebbe sua?

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  13. "Messi, che dovrebbe accendere la luce, non ci riesce perché troppo lontano dall'interruttore"
    Questa frase di antonio giusto riassume perfettamente il mondiale di messi. Il fatto che messi chieda a maradona di restare a fare il ct, se è vero, è puro autolesionismo. Un veron anche se da rottamare avrebbe sicuramente dato equilibrio alla squadra, tevez a sinistra, messi sul centro-destra e higuain o meglio milito al centro con di maria in panchina sarebbe stata una buona soluzione, magari togliendo anche quel fantasma di maxi rodriguez e otamendi francamente impresentabili. In parole povere maradona (o chi fa la formazione per lui) ha distrutto l'argentina.

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  14. No Paolo mi dispiace ma io non ho c'entrato un bel nulla...
    Non ci sto a una conclusione del genere:
    Argentina vince nonostante Maradona grazie ai fantastici giocatori.
    Argentina perde per colpa di Maradona nonostante i fantastici giocatori.
    Non ha senso logico, spero tu riesca a vederlo da solo.


    Santeria

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  15. Hai perfettamente ragione, infatti io quella conclusione contraddittoria non l'ho tirata. Dal mio punto di vista le 3 vittorie nel girone e quella contro il messico sono del tutto casuali e dettate dagli episodi, infatti l'argentina è sempre andata in vantaggio in modo casuale e spesso ingiusto (vedi gol in fuorigioco contro il messico, autorete contro la corea, gol di heinze su calcio d'angolo con fallo evidente di samuel in area contro la nigeria) e a mio avviso contro il messico senza quell'episodio probabilmente avrebbe perso. Quindi la mia valutazione su maradona nasce ben prima della partita con la germania, il cui risultato molti, me compreso, avevano ampiamente previsto alla luce delle prove precedenti. La tua frase su messi spiega perfettamente il modo in cui l'attaccante è stato messo in condizioni di non nuocere agli avversari, per questo l'ho citata, ma rappresenta solo una minima parte degli errori che maradona ha commesso. D'altra parte bastava aver assistito ad una qualunque delle partite di qualificazione dell'argentina per rendersi conto dei disastri a cui andava incontro al mondiale, soltanto chi ignorava questi precedenti poteva esaltarsi ed esaltare maradona per le prime 4 vittorie.

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  16. Santeria ha sbagliato a citare, era mia la conclusione, però continuo a non vedere la contraddizione.
    Come hai detto tu Paolo, l'Argentina non è che le prime 4 partite abbia giocato bene, sempre spaccata, senza un'idea di gioco, aspettando l'episodio o comunque la giocata di uno dei suoi campioni, quando invece ha trovato una squadra forte tutto questo non è stato più sufficiente ( e comunque pure con il Messico stava soffrendo da matti, poi tra un gol in fuorigioco, un regalo dei messicani e una prodezza di Tevez hanno vinto, ma dove sarebbero i meriti di Maradona?9

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