URUGUAY (4-3-1-2): Muslera; Maxi Pereira, Lugano, Godin (1'st Victorino), Fucile; Diego Perez, Arevalo, Alvaro Pereira (24' st Lodeiro); Forlan; Suarez (40' st A.Fernandez), Cavani. (Castillo, Silva, Gargano, Eguren, Abreu, I.Gonzalez, Scotti, S.Fernandez, Caceres). All. Tabarez.
COREA DEL SUD (4-4-1-1): Sungryong; Cha Du-Ri, Yong-hyung, Jung- Soo, Young-Pyo; Jae-Sung (16' st Dong-Gook), Jung-Woo, Sung-Yeung (40' st Ki-Hun), Chung-Yong; Park Ji-Sung; Chu-Young. (Woon-Jae, Young-Kwang, Beom-Seok, Hyung-il, Nam-Il, Bok-Young, Jungh-Wan, Seung-Yeoul, Dong-Jin, Min-Soo). All. Huh.
ARBITRI: Stark (Germania)
NOTE: spettatori 40.000 circa. Angoli: 3-3. Ammoniti: Jung-Woo, Yongh-Yung. Recupero: 1'; 3'.
La Corea del Sud si fa decisamente preferire, ma paga una certa indisciplina difensiva vista nel primo tempo, con la linea a quattro e il portiere che hanno commesso degli errori davvero banalissimi, rischiando più e più volte il capitombolo: non a caso, il gol che sblocca il match arriva proprio su un cross di Forlan davvero mal giudicato da Jung Sung-Ryong, per l’ennesima papera di un portiere a questi Mondiali. La squadra di Huh Jung-Moo prende in mano decisamente il gioco già nel primo tempo ma senza convinzione, scuotendosi decisamente nella ripresa alzando i ritmi, cercando le combinazioni continue tra i mobilissimi quattro elementi offensivi e creando occasioni, ma peccando di un altro elemento per essere decisivo ai fini del risultato finale, ovvero l’incisività negli ultimi metri: con un killer da area di rigore, la squadra sudcoreana con ogni probabilità avrebbe portato a casa la vittoria, quantificando meglio le grandi occasioni avute. Il gol del pareggio arriva su un doppio errore di Victorino e Muslera in mischia, ma Lee Chung-Yong dopo il gol del pareggio fallisce una grandissima occasione con una finalizzazione pessima e nel finale anche Lee Dong-Gook combina un pasticcio sprecando un’enorme chance: il buon Park Chu-Young ha ottime movenze ma non è il tipico attaccante di area di rigore, quanto più una seconda punta, così come gli altri trequartisti sono bravissimi in appoggio ma non sono stati concreti negli ultimi metri. E’ la mancanza che costa carissimo alla Corea del Sud, che nella ripresa aveva reagito alla grande.
Gli episodi e un grande Luis Suarez premiano oltremodo l’Uruguay, che come sempre pratica un calcio piuttosto speculativo e mai del tutto convincente: anche in questo torneo per la maggior parte del tempo la squadra di Tabarez ha pensato a coprirsi, facendolo però decisamente meglio rispetto a questo secondo tempo, quando la squadra non riusciva mai ad uscire per respirare, perdeva metri e appariva in totale affanno fino al gol del pareggio. Nel primo tempo l’Uruguay ha lasciato all’avversario in mano il gioco difendendo il gol di vantaggio ma lo aveva fatto abbastanza bene, non subendo molto negli ultimi metri anche grazie a tante buone chiusure di Diego Godin: la sua uscita dal campo (quasi sicuramente per i problemi fisici che lo avevano tenuto fuori anche per il match contro il Messico) è stata pagata decisamente dalla squadra, perché Diego Lugano ha temperamento ma poca lucidità mentre Victorino ha fatto parecchi danni apparendo spesso fuori posizione. Il centrocampo con onesti pedalatori ma con poca qualità non aveva aiutato e allora i tre attaccanti si erano trovati del tutto isolati (oltretutto, Cavani è stato abbastanza un fantasma in campo), per una squadra spaccata in due e in sofferenza. Sul piano tecnico e tattico la partita è totalmente nelle mani della Corea del Sud, ma a sfuggire a questi dettagli razionali c’è Luis Suarez, vero e proprio trascinatore dell’Uruguay in questo match: dopo il gol di rapina del primo tempo, nella ripresa trova dal nulla un tiro a giro fenomenale vincendo quasi da solo la partita e nascondendo i difetti dei compagni di squadra. Straordinario.
Avanza allora l’Uruguay delle individualità e del calcio speculativo: in fase di costruzione però il livello medio non è certo soddisfacente e nemmeno questa mentalità improntata un po’ troppo alla difesa del risultato e alla ricerca dell’episodio (mentalità un po’ tipica della scuola uruguaiana) può convincere più di tanto. Sarebbe stato decisamente più interessante vedere ai quarti di finale questa Corea del Sud frizzante, con ottima organizzazione e movimenti sempre molto collaudati: probabilmente però alla squadra di Huh Jung-Moo sono mancate quelle individualità di spicco che invece l’altra asiatica rimasta in corsa (ovvero il Giappone) ha. Di certo, i sudcoreani hanno peccato di concretezza e nel corso del torneo (pensando anche al match contro la Nigeria) sono stati parecchio indisciplinati in difesa: è un peccato, perché la Corea del Sud ha lasciato intravedere momenti brillanti in un torneo mediamente piuttosto scadente e poco divertente.
SILVIO DI FEDE
Se amate l'estetica, il "futbol bailado" e altre amenità del genere l'Uruguay non è e non sarà mai la vostra squadra in questo Mondiale, ma da oggi tutte le altre pretendenti al titolo dovranno fare seriamente i conti con la Celeste del Maestro Tabarez. Che efficacia, che solidità difensiva e che sfoggio di attaccanti di livello hanno i sudamericani, tornati a qualificarsi ancora una volta per i quarti di finale della Coppa del Mondo quarant'anni dopo Mexico '70, dove si arresero solo allo strabiliante Brasile di Pelé, Jairzinho, Rivelino e Tostao. La Corea del Sud non ha giocato male, anzi ha dominato lunghi tratti della ripresa, ma ha mostrato tre difetti davvero a mio avviso imperdonabili: un attacco sprecone, una difesa impresentabile e una tenuta psicologica non ottimale, motivi che mi spingono ad andare controcorrente e ad affermare che questa non mi è sembrata la squadra degna di tutte le attenzione che le sono state finora tributate. Gli asiatici fanno tanto movimento e praticano un buon calcio, cercando sempre di far correre la palla a terra e di ragionare, tuttavia non mi convincono del tutto; d'altra parte, già con la Nigeria avevano rischiato fortemente di uscire, mostrando di soffrire oltremodo avversari fisici e rabbiosi. ancorché meno orgaizzati tatticamente. All'Uruguay sono bastate due fiammate per passare il turno: prima hanno sfruttato un errore da terza categoria dell'intera difesa degli asiatici (sul cross basso di Forlan Sung-Ryong non è il solo responsabile, visto che i quattro davanti a lui hanno dormito), quindi hanno accelerato dopo il gol del pari e hanno spinto senza fatica i sudcoreani nella propria metà campo, trovando il 2-1 grazie alla magia di Suarez. Nel mezzo, un controllo senza affanni nel primo tempo e una grande sofferenza nel secondo, dovuta anche all'uscita dal campo di un impeccabile Godin (Victorino non è piaciuto, perché non provare Caceres?). In generale, insomma, mi ha convinto molto di più l'Uruguay, che non giocherà a mille all'ora e non avrà grandi palleggiatori nel mezzo, ma che finora ha incassato solo un gol e sa fare malissimo quando attacca grazie alle qualità dei suoi uomini di punta. E se la sudamericana meno accreditata finisse per essere una delle grandi sorprese del torneo...?
EDOARDO MOLINELLI